Ma gli albi illustrati sono davvero (solo) per bambini?
No, gli albi illustrati sono anche (e soprattutto) per gli adulti.
E sono certa che molti genitori che hanno (ri)scoperto gli albi illustrati per regalarli ai loro bambini, hanno pensato almeno una volta ciò che io predico da qualche anno.
Che cos’è l’albo illustrato?
E’ un libro che mescola una parte narrativa testuale a una per immagini.
Anche se esistono le eccezioni!
Gli albi illustrati nascono pensati per un pubblico di bambini, ma quelle parole e quelle immagini possono creare narrazioni multilivello che vanno incontro a un pubblico più adulto.
Gli albi illustrati sono spesso adatti ad un pubblico trasversale.
Come diceva il gatto del Cheshire, tutto dipende da dove si vuole andare.
L’albo illustrato non è una variante di un libro, ma è una vera e propria narrazione a sé stante, con un proprio linguaggio, delle codificazioni specifiche.
Tutto dipende dal lettore…
Gli albi illustrati in mano a un pubblico bambino favoriscono l’avvicinamento alle storie, la lettura delle immagini, l’ascolto, la partecipazione condivisa, la creazione di momenti di qualità.
La relazione con le storie è una relazione che parte da sé per aprirsi agli altri.
Ed è il punto focale su cui mi baso per affermare che gli albi illustrati sono anche e soprattutto per adulti.
In mano agli adulti gli albi illustrati favoriscono molto altro.
- La narrazione interiore: a differenza di un romanzo o di una narrazione puramente testuale, la combinazione di parole e immagini (che procedono in maniera affatto didascalica!) apre a differenti modi di raccontare e di mostrare. Favoriscono il cambio di prospettiva.
- L’educazione alla bellezza: se amate le mostre, i cortometraggi, l’arte, il teatro, l’albo illustrato in fondo è questo. E’ la mostra di sé stesso.
- La riconnessione a sé stessi e ai tanti aspetti dell’io: connesso al discorso della narrazione interiore, si apre la riconnessione al proprio io. L’albo illustrato non rivela tutto, lascia numerosi spazi bianchi che l’adulto, grazie al proprio vissuto emotivo, riempie.
- Ispirazione creativa: le modalità di narrare, le scelte stilistiche narrative ed espressive nell’albo illustrato si combinano in una maniera inedita per gli adulti. Se penso a chi lavora con la creatività nel senso più ampio del termine, non posso non pensare a quanto gli albi possano essere spunto di ispirazione.
Perché propongo gli albi illustrati agli adulti?
Voglio far sì che gli adulti si regalino albi illustrati, imparando ad apprezzarli al 100% delle loro possibilità e non solo come libri per bambini.
Anche per me è stata una scoperta casuale: sono finita a lavorare in una libreria per ragazzi, quindi ho dovuto leggere, sfogliare, conoscere, osservare e studiare.
Non è stato difficile, perché le cose belle hanno sempre esercitato un notevole fascino su di me e l’albo illustrato mi ha sempre attirata al pari di una mostra o di un quadro.
Ma andando sempre più avanti mi sono resa conto di quanta profondità artistica, narrativa e linguistica possiedano gli albi illustrati e ne ho già parlato altrove qui sul mio blog.
Non c’è un’altra forma narrativa più esaustiva di questa.
Con poche pagine, una narrazione breve e immagini potenti, gli albi illustrati suscitano stupore, muovono le corde più profonde dell’animo spingendo una persona a sfruttare al massimo l’immaginazione, la sensibilità, l’empatia.
Mi è tornato alla mente il mio percorso universitario, quando studiai per la prima volta Cinema d’Animazione.
Perché questi due linguaggi, cinema d’animazione e albi illustrati, sono vittima di un equivoco.
Vengono pensati solo nell’ottica bambini.
Ma non è tutto Pimpa o Disney, con tutto l’affetto che proviamo per loro.
Non è solo questo.
Cinema d’animazione e albi illustrati hanno una varietà di linguaggi e tecniche, possono essere analizzati con un profondo senso critico, oppure possono essere goduti semplicemente nella loro bellezza.
Il cinema d’animazione è un tipo di cinema a sé stante.
C’è il cinema dal vero, con attori reali, che poi si articola nei generi e per fasce d’età diverse. E c’è il cinema d’animazione, anche lui articolato in generi e per pubblici differenti, solo che beneficia di tecniche espressive diverse (disegno, collage, pittura su vetro, pupazzi animati e così via).
Guardate qui:
Raoul Servais è un cineasta di animazione belga e illustratore.
E in “Dots” di Norman McLaren (un cortometraggio minimalista del 1940 che molto deve a Mirò) non ci sono forse tantissimi rimandi ai punti di Hervé Tullet?
L’ albo illustrato è un po’ la stessa cosa del cortometraggio animato: è un genere narrativo in forma di racconto breve che si esprime attraverso tecniche artistiche differenti.
In questi due linguaggi c’è una tradizione artistica forte.
Eppure entrambi non vengono conosciuti e apprezzati appieno. Imparando a conoscere meglio la bellezza e l’immediatezza di questi linguaggi, si può scoprire un mondo.
Come?
Basta non avere pregiudizi e aprirne uno.
Perché gli adulti dovrebbero avvicinarsi agli albi illustrati come genere letterario?
Perché sono adatti a chi non legge
Perché sono adatti a chi preferisce guardare.
Perché sono racconti brevi accompagnati da una forma d’arte.
Perché durano pochi minuti ma lasciano emozioni.
Perché sono come i migliori cortometraggi.
Perché favoriscono la relazione tra adulti, tra adulti e bambini, con sé stessi.
Abbatte i limiti e vi regala emozioni e sensazioni.
Qui potreste confutarmi dicendo “Eh, ma se richiede questa profondità di comprensione e questo esercizio critico, allora non va bene per i bambini!”.
E invece no.
Così come portate i bambini nei musei, a vedere Frida Kahlo, a scoprire Brera, così potete avvicinare i bambini a quelle piccole pinacoteche che sono gli albi illustrati.
Alla Fiera di Bologna gli albi illustrati siano esposti come se fossero opere museali consultabili.
Giocate a trovare l’albo migliore per amici e famigliari, ce n’è uno adatto ad ogni persona che conoscete.
Andate in una libreria per ragazzi e fatevi guidare dai librai che sanno benissimo il grande potenziale di un illustrato, con o senza parole.
Giocate a riconoscere le mani degli illustratori, così come giochereste a riconoscere un Picasso o un Cezanne.