C’è tanta reticenza nel leggere i libri horror, soprattutto quando si parla di ragazzi. È un dato di fatto: se sono i ragazzi a scegliere di leggere libri horror, allora c’è speranza.
Ma se sono gli adulti a dover fare da intermediari è inutile proporgli i libri horror.
Il genere horror gode di pessima reputazione.
Ingiustamente.
Vi racconto un aneddoto personale che riguarda il genere e i libri horror.
Avete presente i bollini rossi o gli avvisi che compaiono sugli schermi per tutti quei film non adatti ai minori?
Ecco, a casa mia quando ero piccola quella era una regola di scarso valore.
Tra i 4 e i 7 anni ho avuto il privilegio di guardare una vagonata di film horror (più o meno belli) in compagnia di mio papà: Carrie, Compleanno di Sangue, Shining, L’Esorcista, Amityville Horror e Amityville Possession, Quella villa accanto al cimitero, Poltergeist, Suspiria, Non aprite quel cancello, Spiritica. Anche il favoloso Cimitero Vivente tratto da Stephen King e di cui a breve vedremo il remake.
Solo per dirne alcuni che ricordo.
Adesso potete gridare che mio padre è un essere degenere.
Invece no. Le cose andavano così: lui si guardava i film, io volevo stare con lui e mi piazzavo vicino.
Mi diceva: “Hai paura? Guarda che spengo” e io non volevo.
Allora lui mi spiegava gli effetti speciali, mi raccontava perché una scena era fatta in un modo o nell’altro, quando una scena era paurosa la trasformava in qualcosa di divertente.
Ridicolizzava l’elemento pauroso.
Vi ricorda nulla? Ad esempio l’incantesimo Riddiculus di Harry Potter.
E poi sono cresciuta con una lunghissima lista di racconti horror tutti inventati sempre da mio padre: sapeva che mi piacevano, è sempre stato un buon narratore ed era un momento speciale.
Poi arriva quel momento in cui le storie dell’orrore si legano ai primi racconti condivisi con le amiche durante i pigiama party, o le sere tutti riuniti nelle stanze di dubbi hotel durante le gite scolastiche.
Infine ci sono loro, i libri horror, che hanno il vantaggio di poter essere letti attraverso il filtro della propria immaginazione.
Eppure oggi non si riesce a far vivere ai ragazzi queste sensazioni che fanno parte della formazione dell’individuo-lettore.
Il mondo adulto ha troppo timore a far leggere i libri horror ai ragazzi. L’adulto è impreparato e pauroso e trasferisce i propri timori sui giovani lettori togliendo loro la possibilità di costruirsi il proprio gusto personale.
Gli adulti che comprano e regalano i libri ai ragazzi non nascondono uno sguardo di ribrezzo quando noi librai proponiamo dei sani libri horror: “No per carità che poi si spaventa! Già c’è da aver paura in questo mondo”.
Appunto.
Questo è il mondo che fa paura, non quello soprannaturale.
Quello permette di svagarsi, di vivere altri mondi con la mente, di sperimentare nuove applicazioni della fantasia.
Perché è questo che significa “horror”.
L’horror è la fantasia che si tinge di nero.
Ma sempre fantasia rimane.
Leggere, guardare, raccontare, spaventarsi e andare avanti, spiegare e ridicolizzare aiuta a saper leggere il mondo e a muoversi tra le sue righe.
Ecco i miei personali cinque motivi per cui bisogna leggere libri horror e frequentare di più il genere horror, anche al cinema.
- L’horror è la fantasia che si trasforma e vira verso il nero. Significa ampliare la propria visione del mondo e darle nuove possibilità di colore.
- I buoni libri e racconti horror permettono la più pura evasione, fanno sentire lo stomaco che pizzica. Con i loro schemi e i loro meccanismi validi e che si ripetono, permettono di provare una rassicurante sensazione. Ogni volta che risento la sigla di Notte Horror che Italia 1 trasmetteva negli anni ’90 provo un moto di nostalgia e piacere.
- Le storie horror, non solo quelle scritte ma quelle che ci si racconta a voce quando si è in campeggio o quando si passano le prime notti fuori a casa di amiche e amici rappresentano un momento di condivisione. Condividere la paura creata da un racconto di fiction è un passaggio nella crescita e nel momento della creazione dei legami tra amici. Ed è meglio che si abbiano storie da raccontare…
- Vivere tutto lo spettro di emozioni da ragazzini è impossibile, per fortuna. Viverle per interposti personaggi grazie alla lettura dei libri è quanto di più prezioso gli individui abbiano a disposizione. Leggere la storia di un serial killer non significa automaticamente che il giovane lettore abbia pulsioni da serial killer. Significa avere la possibilità di conoscere altre menti, altri mondi.
- Nessuno costringe ad arrivare alla fine di un libro o di un film. Se un libro spaventa, se ci fa venire inquietudine, se è troppo complesso, lo si può chiudere. E si può tornare a leggerlo più in là, oppure mai più. Il libro è quello spazio dove l’individuo, anche il più giovane, deve potersi sentire libero di spaziare senza freni e senza limiti.
Se volete capirne di più in merito al beneficio di leggere storie che fanno paura o che sono tragiche, leggete cosa dicono i ragazzi nel libro Ci piace leggere! di Add Editore, ne ho parlato anche qui.