Sal ha tredici anni e ha imparato moltissimo da youtube.
Non ha imparato a truccarsi o a cantare, ma ha imparato come si conciano le pelli, come si caccia, come si costruisce una capanna nel bosco.
Sal ha imparato da youtube come vivere in una foresta.
Perchè Sal, insieme alla sorellina Pepa, è scappata di casa ed è decisa a sopravvivere nelle foreste della Scozia…
Ma non è come sembra, facciamo un passo indietro.
Sal ha tredici anni. Il diminutivo sta per Salmarina.
Vive in Scozia, ha una sorella di 10 anni, una madre alcolizzata e un patrigno che abusa di lei.
Presto forse inizierà anche con la sorella, e per questo Sal decide di agire.
Pragmatica, attenta, calcolatrice, rapida, Sal organizza tutto meticolosamente (cosa non lo posso dire, se no svelo troppo).
Sal e la sorella Pepa scappano di casa, arrivano nei boschi della Scozia e lì si organizzano per farsi una capanna, per cacciare, per stabilirsi e stare insieme.
La vera paura di Sal infatti è quella di essere separata dalla sorella: se mai avesse fatto trapelare agli adulti cosa succedeva in casa sarebbero arrivati i servizi sociali, e se fossero arrivati i servizi sociali le due sorelle sarebbero state separate. Sal sa essere capace di prendersi cura della sorella, non le ha mai fatto mancare nulla, non accetterebbe mai di vedersela portare via.
Narrato in prima persona dalla voce di Sal, con il linguaggio diretto e a tratti imperfetto che qualsiasi tredicenne può avere, questo libro vede tre grandi temi protagonisti e motori della vicenda.
Il più importante e più sott’inteso è la totale sfiducia di Sal nei confronti degli adulti.
Non è una sfiducia da vittima, perché Sal è estremamente pragmatica.
Degli adulti lei vede l’inaffidabilità (la madre), la pericolosità (il compagno della madre), l’incapacità di capire (gli insegnanti, i vicini), la stupidità (dei poliziotti o degli assistenti sociali). A causa di questa sfiducia Sal sa di dover contare su di sé, e per questo si organizza. Ma qualcuno in quel bosco, qualcuno che prova la sua stessa sfiducia nei confronti delle persone, saprà farle cambiare idea.
La natura: è il paesaggio che regola e accoglie tutte le azioni.
Con la sua durezza e asprezza di leggi che non sottostanno a nulla, la natura è il rifugio di chi come Sal vuole fuggire da rapporti umani guasti, pericolosi, non soddisfacenti. Nel caso di Sal è il luogo dove nascondersi dagli adulti e dove poter bastare a se stessa.
Il bastare a se stessi però non scalda i cuori degli esseri umani, ed è l’umanità il terzo grande tema di questo romanzo: sebbene di buona umanità Sal ne abbia ricevuta poca, ha un grande amore per la sorella, e per lei mette in atto i suoi piani. In quelle foreste, lontano da tutti, trova Ingrid, una donna che con la sua pacata e serena umanità le fa riscoprire l’amore. Per se stessa, non solo per la sorella. Ma anche l’amore che può tradursi in perdono verso una madre non proprio perfetta, verso un sistema sociale che forse non è tutto da buttare e il perdono verso se stessi.
Personalmente mi sono affezionata molto a Sal, credo sia inevitabile. E mi sono commossa durante le ultimissime righe.
Sal di Mick Keney è un libro che si inserisce perfettamente nel filone narrativo di Einaudi che valorizza i protagonisti più giovani.
Rifletto molto sulla reale divisione tra letteratura per ragazzi e letteratura tradizionale, riscontrando che a volte queste etichette limitano il raggio di scelta dei lettori.
Einaudi ha il pregio di raccontare storie che forse altre case editrici metterebbero nel settore ragazzi (vedi “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” che ho citato in questo articolo).
I motivi di questa scelta editoriale forse sono riscontrabili nella storia della casa editrice.
Non a caso Il giovane Holden è firmato Einaudi e duole dirlo…
Oggi il Giovane Holden potrebbe essere posizionato negli scaffali della letteratura Young Adult!
Forse perché Einaudi ha una serie di progetti indirizzati alle scuole che si chiamano “Lo struzzo a scuola” che sono di ottima validità: critica, esperienziale, formativa e letteraria
Forse, banalmente, negli ultimi tempi le scelte editoriali vengono pensate avendo un occhio di riguardo per lo Struzzo a scuola.
Perché, che lo si voglia o no, la scuola rimane il terreno fertile per eccellenza dove seminare e far germogliare la pratica della lettura.
Bellissimo romanzo, esempio di vita per come da un’ esperienza traumatica quale l’ abuso su minore , può far scatenare una rivincita sulla rinascita .
Riscatto anche della figura genitoriali materna che, dopo la disintossicazione da alcool , si rende consapevole dell’ importanza del proprio ruolo di madre.
Drammatico l’ episodio del salto nel bosco
Consigliatissimo, autore contemporaneo pieno di carisma e creatività.