Mappe delle mie emozioni è un libro che parla…di emozioni.
E se pensavate, come me dal resto, di essere arrivati sul fondo del barile, ricredetevi.
Mappe delle mie emozioni, edito da Camelozampa e realizzato da Bimba Landmann, è la dimostrazione che se hai una buona idea e se sei un bravo artista, sarai in grado di dire e fare qualcosa di nuovo anche laddove non sembrava esserci spazio.
Quello di Bimba Landmass, prima di essere un libro sulle emozioni, è però un capolavoro di intelligenza, fantasia, illustrazione e citazioni.
E rappresenta in pieno l’universo di questa artista, qui trovate il suo sito per conoscere meglio lei e gli altri suoi lavori.
Il soggetto: le emozioni in un viaggio
Mappe delle mie emozioni di Bimba Landmann si presenta come una sorta di silent book.
Un bambino ed un compagno trovato lungo la strada, si avventurano per questo viaggio misterioso.
Le terre che il bambino esplorerà sono quelle delle emozioni: le sue (quindi un viaggio interiore), quelle che ci scatenano gli altri (un viaggio della/nella vita), quelle che si sceglie di vivere e di rivivere (l’esperienza).
La metafora del viaggio si sposa benissimo con la scelta delle emozioni, vissute proprio come se fossero terre, paesi, laghi, boschi, fortezze.
Sono tre i motivi per cui davanti a questo albo illustrato ho provato una profonda ammirazione e, a distanza di giorni, sto continuando a sfogliarlo e risfogliarlo scovando particolari nuovi e nuove suggestioni.
1. Le illustrazioni e le citazioni
La prima cosa che colpisce di Mappe delle mie emozioni sono, naturalmente, le illustrazioni.
Ampie campiture di colori si arricchiscono di dettagli in cui perdersi.
Le terre delle emozioni sono le Terre della Speranza, quelle della Paura, del Disgusto, della Gioia, della Rabbia, della Meraviglia, della Gelosia, della Tristezza. Dalle Terre differiscono altre due zone: l’Arcipelago della Vergogna e l’Isola dell’Amore.
Spesso le terre hanno forme umane: la rabbia ricorda una mano, la tristezza ha la forma dei polmoni, quelli che si chiudono a proteggere il cuore quando siamo tristi, l’amore è un cuore pulsante.
Il viaggio in senso ampio, per come è concepito e rappresentato, e poi più nel dettaglio le sue caratteristiche mi hanno fatto venire in mente moltissime citazioni.
Mappe delle mie emozioni gioca in maniera fantasiosa con il viaggio dentro se stessi, ma lo fa inserendosi nel solco di una tradizione letteraria, artistica e storica molto potente.
Se dovessi fare un brainstorming guardando Mappe delle mie emozioni mi verrebbero in mente tutte queste cose:
- Il viaggio di Dante e il Trittico delle Delizie di Bosch;
- La tavola Peutingeriana, soprattutto nelle Terre della Gioia (sembra l’Italia vista di lato, con il Palazzo degli Abbracci che ricorda il Colosseo);
- Dedalo e Icaro che spiccano il volo nella Terra della Gioia dopo aver affittato un paio di ali;
- Quando il protagonista ammansisce una sorta di drago rabbioso ho pensato a tutta quella tradizione artistica agiografica come San Giorgio e il drago;
- La tradizione cartografica e toponomastica che porta a riflettere sulla concezione del mondo, ieri e oggi. E di come decidiamo di chiamarlo.
E ancora i mille dettagli che fanno riflettere: il dubbio che compare in terre diverse, molto diverse tra loro, come a dire che il dubbio ci accompagna per tutta la vita senza necessariamente essere negativo o positivo tout court.
Isole a forma di occhio, anch’esse che compaiono qui e là, a volte chiamandosi “Grande isola galleggiante del giudizio”, altre volte “Valle dei desideri spezzati”.
Ma attenzione!
Molte di queste suggestioni mi sono venute ad una seconda occhiata data al libro.
La prima volta che l’ho sfogliato l’ho fatto con il cuore e con la bellezza negli occhi.
La seconda volta l’ho fatto con la mente e mi è venuto naturale trovare questi rimandi che si rifanno a studi, a passioni mie e delle persone che mi circondano e alle quali ho voluto mostrare il libro.
Davvero Bimba Landmann si è rifatta a questa imponente tradizione?
Io credo che lei sia un’Artista, con la “A” maiuscola, e in quanto tale è fatta anche della sostanza di cui si compone la cultura.
I rimandi che ha suscitato in me sono del tutto personali… ma se davvero è così, solo l’Artista può confermarlo.
2. Le Emozioni
Proprio la scelta del mondo emotivo è un altro grande punto di forza di questo immenso albo illustrato.
Bimba Landmann non si è fermata ad uno spettro emotivo basico, ma è andata ben oltre.
Raggiungendo secondo me l’apice con l’Arcipelago della Vergogna, una terra che forse tutti noi conosciamo molto bene.
Tra fantasia e grande conoscenza della realtà, Bimba Landmann riesce a restituire i sentimenti non solo dando un nome alle emozioni, ma accompagnandole da un corollario di piccole realtà fantasiose che rendono perfettamente il carattere umano quando si trova in queste terre.
Nomi come: Macerie della città di pace, Isola crudele e Città perennemente infuocata per la rabbia; Canale delle Male Parole, Lago Abbandono, Castello Rivalità per le Terre della Gelosia.
E accostamenti apparentemente inconsueti, come Palazzo Orgoglio e Pianura Fierezza nell’Isola dell’Amore.
Ma dal resto come si potrebbe amare qualcuno senza provare stima e amore di se stessi?
Inoltre Fierezza e Orgoglio possono essere sentimenti che si provano per la persona che ci sta accanto.
3. La trasversalità e il potenziale di Mappe delle mie emozioni. Con i bambini e con gli adulti.
A colpirmi moltissimo di questo albo illustrato, oltre ai rimandi colti, è stato pensare al suo straordinario potenziale.
Mappe delle mie emozioni è un albo illustrato perfetto per far viaggiare i bambini.
Per spingerli a riconoscere se stessi in quei piccoli mondi, e per spingerli a creare le proprie mappe: disegnare, solcare i mari, inventare una toponomastica tutta personale.
Ma Mappe delle mie emozioni è anche uno strumento straordinario da usare con gli adulti.
A partire dalle scuole superiori, dove l’albo può diventare il punto di partenza sul quale costruire un percorso didattico che parla di storia, di lettere, di arte, di allegorie.
Ma soprattutto per utilizzare le mappe, e quindi la cartografia, per spiegare la concezione del mondo: le coordinate possono essere scientifiche, ma per secoli si sono stabilite partendo dalla centralità di un paese piuttosto che di un altro.
Il rapporto con l’altro si è costruito (o distrutto) anche tracciando dei confini sulla carta.
Mappe delle mie emozioni si può utilizzare nella formazione con gli adulti (professionale e anche terapeutica) per guardare se stessi e gli altri.
Pensate di avere per le mani un libro così potente e di proporlo a una persona spingendola a immaginarsi di compiere quel viaggio: quale terra sceglierebbe? Che percorso intraprenderebbe? E cosa pensa della toponomastica del luogo? Ci si riconosce?
Che discussione potrebbe sorgere?
Gli utilizzi adulti di Mappe delle mie emozioni sono numerosi e preziosi.
Mappe delle mie emozioni rientra in quella tipologia di albi illustrati che mi hanno fatto non solo innamorare del settore ragazzi, ma che mi hanno permesso di coglierne il potere.
E di provare a costruirci intorno un mondo di collaborazioni con professionisti e di ispirazione per chi nei libri cerca sempre crescita e idee.
Qui i miei approfondimenti su (S)punti di Lettura che nascono dagli albi illustrati: