L’albo illustrato La famiglia Lista è l’albo perfetto per tutti quelli che si stanno godendo l’ondata della moda del Bullet Journal.
O per tutti quelli che la valutano l’ennesima inutile tendenza destinata a finire.
Piccolo excursus: il Bullet Journal “è un sistema flessibile e personalizzabile per organizzare appuntamenti, cose da fare e liste di ogni tipo, in modo da essere più efficienti con meno sforzo”, così cita il sito Bullet Journal Italia.
In Italia questa tendenza è da circa un anno che sta prendendo piede (negli USA da molto più tempo) e ora Bullet Journal di ogni tipo sono approdati da Tiger, chiaro segnale che sia ormai sdoganato e apprezzato dai più.
Per saperne di più sul vi rimando alla lettura di un saggio molto interessante dal titolo Il metodo Bullet Journal di Ryder Carroll edito da Mondadori.
Io invece vi racconto di un albo illustrato che, con un taglio un po’ ironico, mostra quale può essere il lato negativo del fare troppe liste, di voler incasellare tutto in uno schema.
Imparare a incanalare i pensieri, e quindi i doveri, aiuta ad essere organizzati ed efficienti, ma il libero flusso di coscienza porta con sé il pensiero.
E quindi questo albo illustrato implicitamente invita a lasciare uno spazio libero nei vostri Bullet Journal e, soprattutto, nella vostra testa.
L’albo si intitola La famiglia Lista, è edito da Rizzoli, le autrici sono Kyo Maclear e Julia Sarda e non è una nuova pubblicazione.
Bullet Journal a parte, La famiglia Lista si presta per fare tutta una serie di lavori di formazione, pianificazione, gioco e conoscenza di sé.
La famiglia Lista si mostra con ironia già dai risguardi di copertina: nel primo risguardo abbiamo la lista dei motivi per cui leggere questo libro, e ce ne sono otto.
Nell’ultimo risguardo abbiamo il profilo di autrice e illustratrice raccontato come se fosse una lista.
Qui già mi viene voglia di raccontare me stessa mettendo in lista tutte le mie caratteristiche.
Ma vediamo meglio la trama.
Protagonista de La famiglia Lista è… la famiglia Lista (Liszt in originale).
Una famiglia composta così:
- La mamma fa liste di malattie terribili e di calciatori forti;
- Il padre fa liste di faccende noiose e di insetti con le ali;
- Il figlio più giovane fa liste di cose divertenti;
- La figlia più grande e fa le classifiche;
- Il figlio di mezzo fa liste lunghissime per calmare tutti i suoi pensieri;
- Il nonno fa liste di ammiratori di nemici;
Insomma, tutti sono impegnati a mettere in ordine le cose da fare e a cui pensare, in liste infinite che poco spazio lasciano alla libertà.
Ma un giorno giunge alla porta di casa l’Inaspettato che scombina tutte le loro liste.
La porta di casa rimane aperta e un visitatore si affaccia, recandosi a parlare con tutti i membri della famiglia Lista.
Tutti però lo ignorano: il visitatore non rientra infatti in nessuna delle loro liste.
Il visitatore non si scoraggia e invece di fare liste inizia a lavorare, fa qualche ritocchino, si occupa del giardino, aggiusta qualche magagna.
Segue l’ispirazione del momento, favorita dal non sapere cosa fare.
Giunge il figlio di mezzo, quello che scriveva liste per frenare il turbinio di pensieri.
Dopo un momento di iniziale imbarazzo, visitatore e ragazzino iniziano a darsi alla libertà: libertà di fare domande, anche le più assurde, e quindi anche le più profonde.
Libertà di stare insieme senza fare niente e di guardare il nulla.
E da questo spazio lasciato alla vita interiore nascono moltissime domande.
L’inaspettato, ciò che non rientrava in nessuna lista, quindi sotto nessun controllo, ha portato una ventata di nuovo nella vita della famiglia.
Da quel momento la famiglia continuó a fare le liste ma tenendo sempre uno spazio per lasciar entrare l’inaspettato.
Incasellare, fare liste, organizzare in contrapposizione (o accompagnato) con il lasciare spazio alla noia e al vuoto è il tema principale di La famiglia Lista che apre però moltissime occasioni di riflessione.
Nella cultura zen il vuoto è importantissimo.
Si fa sovente l’esempio del vaso: il vaso è utile proprio là dove è vuoto.
E sul concetto di valorizzare la noia come spazio dove coltivare la vita interiore è da sempre un tema caldo della vita e della letteratura.
Voialtri, diceva mio padre, vi annoiate perché non avete vita interiore.
(Natalia Ginzburg)
Così come lo è la lista dal resto, la necessità dell’uomo di dare un ordine al caos, di organizzarlo e di nominarlo.
Le liste sono quindi il male?
Tutto è male e tutto è bene.
“Tutto dipende da dove vuoi andare”, diceva un gatto famoso.
La famiglia Lista utilizza un’illustrazione bellissima, dai rimandi decisamente espressionisti, per andare a compenetrarsi con l’ironia della narrazione testuale.
E’ quindi un esempio di albo illustrato dove l’illustrazione non è didascalica della narrazione, ma si combina con questa per amplificarne gli effetti.
Qui > racconto meglio delle possibilità dell’illustrazione nell’albo
Si viene a creare così un albo illustrato divertente, bello da guardare, e che apre a tutte le riflessioni di cui sopra.
Lo trovo quindi un albo illustrato crossover per età, ma indicato soprattutto per gli adulti.
Sia che siano succubi delle liste, sia che non siano capaci nemmeno di mettere giù la lista della spesa.
Come si può utilizzare La famiglia Lista?
- A scuola per lavorare con l’autobiografia, imparando a descrivere se stessi, gli altri e il mondo, attraverso la sintesi di una lista;
- Sempre a scuola per riflettere sulla lentezza, sul flusso di coscienza, sulla vita interiore;
- La riflessione su se stessi, per liste o per vuoti, è un tema “caldo” anche quando si opera un lavoro su se stessi o tra più persone nell’ambiente lavorativo. Trovo quindi che sia un ottimo strumento per un diverso approccio sia in psicoterapia che in ambito formativo.
Se vi piace l’argomento liste, vi suggerisco anche
Il Natale del topo che non c’era, Topipittori
La vertigine della lista, Umberto Eco, Bompiani
E se fate un bel lavoro sulle liste e sul vuoto, scrivetemi!
Sono curiosa di vederne i risultati.