Myra sa tutto.
Si può cambiare “Myra” con “Siri”, “Google”, “Youtube”, “Alexa”.
Perché di questo stiamo parlando: la tecnologia che ci accompagna è un fondamento della nostra vita.
Ad ogni minimo dubbio, estraiamo lo smartphone: come arrivo in corso Garibaldi? Ci sono ristoranti cinesi qui dove mi trovo? A che ora apre il negozio? Ci saranno ancora posti sul treno? Posso ancora approfittare di quell’offerta? Cosa vuol dire “retrattile”?
Myra sa tutto è il nuovo libro di Luigi Ballerini edito da Il Castoro ed è una grande, enorme, riflessione sulle potenzialità di tutti i dati che ci circondano. E di cosa raccontano di noi.
Luigi Ballerini è un autore per ragazzi che apprezzo moltissimo.
L’ho scoperto per caso quando iniziai a lavorare in libreria: all’epoca lavoravo in una libreria che apparteneva ad una delle famiglie legate al Premio Bancarella. Assieme al Bancarella, ogni anno viene assegnato il Bancarellino e quell’anno Ballerini si era aggiudicato il premio con Io sono Zero.
Sul blog trovate la recensione di uno dei suoi ultimi libri, Un sogno sull’oceano.
Con Myra sa tutto, Ballerini affronta di nuovo il potere/potenziale dei mezzi di comunicazione e della tecnologia in rapporto alla mente umana e alla sua capacità di pensare criticamente.
Filone che in un certo senso aveva già affrontato con Io zono Zero e Imperfetti, entrambi editi da Il Castoro e tutt’ora tra i suoi libri più apprezzati nelle scuole.
La distopia è il terreno di azione su cui si svolge Myra sa tutto di Luigi Ballerini.
Una distopia molto vicina a noi, anzi: verrebbe da dire che la distopia raccontata da Ballerini è quasi già realtà.
La distopia di Myra differisce dalla nostra per soli due elementi (due!):
– I libri e la carta non esistono più. E i libri digitali sono stati “epurati” dalla censura;
– La fantastica e comoda intelligenza artificiale di Myra sarà presto impiantabile nel cervello umano.
Non sembra una prospettiva così assurda, vero?
I protagonisti sono due adolescenti, Ale e Vera.
Due giovani innamorati che, se non fosse stato per Myra, non si sarebbero mai incontrati.
Ma chi è Myra?
Myra è l’equivalente di Siri o di Alexa: è un software, è una intelligenza artificiale cui le persone possono rivolgersi tramite comando vocale per cercare soluzioni a ogni tipo di richiesta.
Questo sistema integrato nella vita di ogni cittadino, dalla casa (rigorosamente domotica) alle più banali richieste della quotidianità, è diventato una comodità irrinunciabile.
Ma la grande e principale riflessione di questo libro è: dove inizia la comodità, finisce la libertà.
In Myra sa tutto di Luigi Ballerini, questa grande intelligenza artificiale è emanazione diretta del sistema.
Grazie alle mille comodità che porta con sé, il sistema si è lentamente e gradualmente infilato nelle case, nelle abitudini delle persone, nelle loro relazioni.
Tutti sono sotto gli occhi di Myra.
A cosa si sta rinunciando?
Ale e Vera, insieme ad un gruppo di altri giovani, decidono di affrontare una lotta dura ma fondamentale: risvegliare le coscienze.
La vicenda che porta Ale e Vera a conoscersi, ad abbracciare la stessa causa, la dinamica che si sviluppa tra gli amici e con i genitori, con il sistema fino ad un finale dal caro prezzo e dalle grandi sorprese costituisce il nucleo romanzesco della vicenda.
E’ la storia intesa come vicenda, come azione che si svolge facendo appassionare il giovane lettore alle sorti dei protagonisti.
Secondo me, uscendo dalla vicenda dei ragazzi, Myra sa tutto di Luigi Ballerini si basa due due grossi pilastri: il valore civile e i riferimenti letterari obbligatori.
Myra sa tutto di Luigi Ballerini va letto da adulti e ragazzi, perché il rapporto delle persone con la tecnologia, intesa come intelligenza artificiale, ha bisogno di pensiero critico.
E se il pensiero critico nei più giovani deve essere nutrito, coltivato e deve diventare un’abitudine, negli adulti dovrebbe essere insito.
Dovrebbe.
E invece…
Immergiamoci un attimo in Myra sa tutto.
In questo mondo così simile al nostro, Ale e Vera (che fanno parte del Fronte) contro cosa devono scontrarsi?
Contro una società fatta di adulti e coetanei assuefatti, incapaci di mettere in discussione quanto li circonda.
Contro il Sistema.
Il Sistema si basa su Myra, e il suo quartier generale è il Myra Data Center.
Il Myra Data Center è una struttura come molte altre, nessuno sa cosa avvenga esattamente lì dentro se non normale amministrazione. In realtà lì circola merce più preziosa del petrolio: i dati delle persone.
Ecco un esempio di conversazione che avviene nel Myra Data Center:
“L’applicazione MyPeriod è stata scaricata dal 51% delle donne tra i 14 e i 25 anni e dal 66% tra i 26 e i 45 anni, e la percentuale è in continua crescita. Stiamo ovviamente lavorando perché ogni donna lo ritenga indispensabile”.
Il Direttore ascoltava interessato.
“Le due fasce d’età, prima e seconda età fertile, sono state ulteriormente divise in sottoclassi e i loro dati, accuratamente profilati, sono stati venduti sia alle aziende farmaceutiche che producono contraccettivi, analgesici e integratori, sia a quelle del mass market che commercializzano assorbenti e test di gravidanza. Inoltre, siamo in grado di conoscere l’inizio di una gravidanza persino un po’ prima della donna stesa, incrociando il rilevamento ormonale operato attraverso la cute del polso dagli hyperwatch con i dati sul ciclo monitorati dall’applicazione stessa. Le aziende che si sono abbonate al nostro servizio ricevono queste informazioni in tempo reale e hanno la possibilità di battere sul tempo la concorrenza con l’invio di messaggi pubblicitari e offerte super mirate. Gli introiti al momento generati sono del tutto in linea con quanto avevamo preventivato nel budget. Tuttavia…ho pensato che potrebbe aprirsi all’orizzonte persino qualcosa di più […]Ho pensato che non solo le industrie produttrici di beni di consumo, ma anche le stesse aziende e le società in cui queste donne lavorano potrebbero essere interessate all’andamento del loro ciclo, in particolare alla conoscenza precoce dell’inizio di una gravidanza o persino dell’intenzione di cercarla. Sappiamo quanto le lavoratrici siano restie a parlare di questo argomento con le risorse umane…”
Fantascienza o distopia?
Per me è realtà: le informazioni siamo noi a darle.
Attraverso le autorizzazioni e gli accessi che diamo tramite le applicazioni, le informazioni che condividiamo, i servizi che utilizziamo, le ricerche che facciamo.
Siamo noi che condividiamo le nostre abitudini alimentari sulle app per diete e allenamento, siamo noi che condividiamo il nostro ritmo cardiaco o circadiano grazie agli smartwatch. Siamo noi che condividiamo le nostre abitudini domestiche dando libero accesso alla nostra casa grazie alle misure domotiche.
Il marketing si muove già su questi binari, ce ne rendiamo conto quando vediamo comparire inserzioni in linea con i nostri interessi o con il nostro profilo. Lì tra una stories e l’altra, in mezzo ai commenti di Facebook o alle sponsorizzate di Instagram e Youtube.
Myra è già tra noi, ma ciò che decidiamo di far sapere sta tutto alla nostra consapevolezza.
Alla nostra coscienza e al nostro spirito critico.
Il mondo degli influencer prevede la presenza di due poli: colui che influenza e colui che si fa influenzare.
E farsi influenzare vuol dire avere una capacità critica e decisionale labile.
Qual è la soluzione proposta in Myra sa tutto di Luigi Ballerini?
Leggere.
Leggere libri.
Perché leggere non è un’attività passiva: si sta fermi, ma la mente gira.
Prima piano piano, poi sempre più veloce.
Si apprende, si comprende, si fanno paragoni e connessioni, si scovano problemi.
Si dubita e si fanno domande.
Ed è così che si costruiscono i pensieri.
E’ così che si capisce di chi ci si può fidare e di chi no.
E quelle pratiche silenziose e solitarie che sono la lettura e la scrittura, diventano un potentissimo mezzo: di comunicazione e di distruzione di un muro che acceca la coscienza.
Senza fiducia non esiste comunità.
Ma a chi si può dare la fiducia, se prima non si è allenati ad esercitare il dubbio o anche solo il pensiero?
Perché leggere Myra sa tutto di Luigi Ballerini?
. Per il valore che viene dato ai libri e alla lettura: i membri del fronte hanno come nome di battaglia i nomi degli scrittori. Immancabile è Orwell.
. Per i due grandi riferimenti letterari indispensabili per ogni individuo: 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury. Io dico sempre che dovrebbe essere scritto sulla Costituzione come obbligo e dovere di ogni cittadino la lettura di questi due testi.
. Per le numerose riflessioni: così come ho riportato nel brano a proposito del controllo del ciclo delle donne, ci sono molti altri passaggi che portano a riflettere su tematiche simili: il possesso delle armi, la violenza (dal vero o vista in televisione, addirittura la si vede in maniera catartica grazie alle simulazioni e a me è venuto in mente il film Il giorno del giudizio), la censura, il controllo dei mezzi di comunicazione, il ruolo dell’informazione (fakenews, shitstorm, influencer marketing), la privacy.
. Per rileggere le dinamiche dei rapporti umani: i rapporti tra coetanei, con i famigliari, con i ruoli istituzionali, coi colleghi di lavoro. In senso stretto si può riflettere sull’individuo, ma in senso ampio si riflette sull’individuo in quanto animale sociale.
. Per parlare di fiducia: che cos’è, come si costruisce, su cosa si basa, se può esistere in questo nuovo mondo artificiale.
. Per riflettere sull’Intelligenza Artificiale: nel mondo letterario l’intelligenza artificiale ha sempre avuto un discreto fascino, già a partire da Asimov. Negli ultimi anni la riscoperta della fantascienza, il progresso tecnologico velocissimo, l’intelligenza artificiale alla portata di tutti ha riaperto questo filone insieme affascinante e inquietante. E la domanda che da sempre ha affascinato gli scrittori rimane la stessa: cosa succederebbe se l’intelligenza artificiale prendesse il comando? In una sfida tra l’uomo e il robot, che potrebbe vincere?
Su quest’ultima domanda chiudo questo lungo post con un altro brano tratto da Myra sa tutto:
E’ stato davvero un paradosso geniale: chiedevi agli umani di dimostrare di non essere te. E per dare prova che non erano dei robot li hai costretti a cliccare su milioni di foto. Così ti hanno insegnato a riconoscere i semafori, i cartelli stradali, le biciclette, i taxi per poter guidare le loro macchine. E poi le montagne, le colline, i mari e gli animali che li popolano […]
[…] le applicazioni per comprendere come sarebbe cambiato il loro volto negli anni, come sarebbero state le facce dei loro possibili figli […] Chissà se hanno mai pensato alle conoscenze che ti stavano trasmettendo, alla mole di dati che riversavano in te e al fatto che avresti potuto sganciarti da loro…
Non credo navigherete più allo stesso modo.
E se vi viene da dubitare, questo libro ha fatto il suo dovere.
Se siete insegnanti dovete sentirvi in obbligo di far leggere questo libro ai vostri ragazzi.
E’ indispensabile che vedano la realtà a altre prospettive.
E già che ci siete, invitate Luigi Ballerini nella vostra scuola, organizzate incontri con i ragazzi ma anche con gli adulti: in entrambe le situazioni, lo adoreranno!