Era inverno e una ragazza sognò di mettere germogli
Per una volta scrivo un post che sa poco di libri ma molto di me.
Non è vero, in fondo ci sono comunque dei consigli libreschi.
Tra pochissimo è il mio compleanno.
E per questo ottobre, proprio questo del 2020, mi regalo qualcosa che sa molto di germogli e che ha il nome di Botanical Portaits.
Cominciamo dalle radici.
La metafora che il fiorire porta con sé mi accompagna nella vita.
Si fiorisce anche se non si vuole.
Piantate un seme in un vaso e poi mettetevi davanti: sia che vi arrabbiate, che preghiate, che imploriate al seme di germogliare in fretta, di certo non accadrà.
E lo stesso vale per il vostro rifiuto del cambiamento: il seme germoglierà a prescindere da voi, con i suoi tempi e incurante del vostro non volere che accada.
Amo tutti i significati di cui la natura è carica.
Pur essendo io mediamente e ingenuamente incompetente in materia.
La natura insegna a darsi un posto nel mondo, ad avere un rispetto dei tempi e a capire il valore intrinseco delle cose anche quando sono solo dei semi.
La natura insegna l’importanza di riconnettersi.
Anche a se stessi.
Sul fiorire e sul germogliare sto costruendo un progetto che si trasformerà in parole, storie, incontri.
Ma tra gli incontri già avvenuti c’è quello con Botanical Portrait.
In uno dei momenti più bui del 2020 (e no, non è stato il lockdown) ho incontrato un progetto fotografico al quale ho deciso di affidarmi per raccontarmi e lasciarmi rappresentare.
Il progetto si chiama Botanical Portrait e nasce da un’idea della fotografa Federica Lissoni e di Emanuela Bizzozero (la parte “botanica” del progetto, colei che realizza le composizioni floreali).
Che cosa è Botanical Portrait lo trovate descritto molto bene qui.
In sintesi posso dire che Botanical Portait mette sulla stessa linea il ritratto fotografico, il racconto attraverso la Natura, lo scavo interiore senza giudizi o pregiudizi.
Botanical portrait è un particolare servizio di ritratti fotografici rivolto a chiunque abbia voglia di raccontarsi, attraverso un’ immagine e attraverso la natura. Botanical Portrait è un’esperienza.
Mi sono raccontata a Federica: le ho detto chi sono, quali sono le mie caratteristiche e le mie passioni.
Le ho detto che in quel preciso momento non riuscivo più a farmi fotografare perché erano venuti meno gli occhi dell’amore.
Federica Lissoni ed Emanuela Bizzozero hanno scelto per me un bellissimo campo, hanno messo tanti libri, hanno scelto i colori autunnali.
Non sapevano che sono i miei colori preferiti.
Il risultato di quel lavoro lo trovate nelle fotografie che corredano questo articolo e i miei profili social.
Uno dei miei albi illustrati dice così:
Un buon postO
non resta mai vuoto a lungo.
Qualcosa prima o poi
ci deve ricrescere.
Amo il fiorire e ho fiducia nella Natura, ho voluto ricominciare proprio da Botanical Portrait.
Federica ed Emanuela mi hanno colto in pieno: mi hanno rappresentata con la creatività che germoglia, in mezzo ai colori autunnali che amo e ovviamente circondata da libri.
Le idee che fioriscono, continuamente.
Ecco chi sono io.
Ma la fioritura non accade all’improvviso.
Un fiore non può far altro che fiorire.
Rosa è una rosa è una rosa è una rosa
Ci mette tutto l’anno per farlo.
Quando non lo vedi, sottoterra, sta lavorando per costruirsi, generarsi, presentarsi al mondo.
Succede anche alle persone e ai loro progetti.
Mi vogliono conoscenza e misura, nell’accogliere il nuovo che ancora non conosciamo, dargli il giusto spazio e le giuste cure.
Non troppo, non troppo poco.
…temeva che l’acqua fosse troppo o troppo poca.
passò di lì una mosca esperta di sentimenti, si posò sul muro e disse: “Ecco, l’amore è quando non pensiamo di sapere già tutto quello di cui un altro ha bisogno“
Non ho abbastanza conoscenza, né tantomeno senso della misura nella cura dei fiori.
Troppo delicati, troppo enigmatici nei loro bisogni.
Però il loro fioire, sfiorire, rigenerarsi e ciclicamente ripetere la loro vita mi dà un grande consolazione.
Qualunque cosa succeda, il loro ciclo è una sicurezza che trascende gli accadimenti belli e brutti.
Loro dicono: fiorisco.
E torniamo al folle 2020, con la primavera che ha continuato a buttare fuori la sua bellezza mentre noi trattenevamo dentro tutto: il bello, il brutto, il disagio, la frustrazione, la rabbia.
Botanical Portrait è stato quell’incontro che mi ha messo in contatto con un valore in cui credo.
Il germoglio del sé, in qualsiasi situazione,e la rappresentazione di me in un momento particolare.
Una rappresentazione che mi coglie in pieno.
Quando tutto sarà pronto, fioriranno progetti.
Per ora preparo il terreno e mi prendo cura delle idee.
E vi suggerisco tre libri che, in modi diversi, trattano il tema del germogliare: quello vegetale, quello emotivo.
Tre libri sul fiorire
Cambiare l’acqua ai fiori, Valerie Perrin, Edizioni E/O.
Chi mi conosce sa che lo sto proponendo ininterrottamente da quando è uscito: luglio 2019.
Poi dopo è diventato un caso editoriale e i casi editoriali sono l’espressione di “Bene o male, l’importante è che se ne parli”.
Il valore fulgido di questo libro è che la protagonista Violette coltiva un orto, coltiva fiori, dentro un cimitero.
C’è qualcosa di più vitale?
Il mondo fino a 7, H. Goldberg Sloane, Mondadori Ragazzi
Come succede a Violette, anche Willow è protagonista suo malgrado di un fatto tragico e di perdita. Attorno a lei però, passo a passo, iniziano a muoversi le vite di altre persone. Da un piccolo gesto, anche nel momento di più profonda solitudine, l’apertura agli altri può cambiare completamente la vita delle persone. E anche in questo caso sullo sfondo c’è il mondo delle piante, che nel suo scorrere immutato e incurante dei fatti della vita degli uomini, riesce a portare rinnovamento e armonia.
Nove storie sull’amore, zoboli-ventura, Topipittori
Un albo illustrato dove le nove storie raccontano dell’amore inteso come prendersi cura.
E del prendersi cura come rispetto dell’altro, come ascolto silenzioso, come osservazione attenta.
C’è misura in queste storie, compassione, comprensione.
Le nove storie ruotano al mondo dei germogli, del fiore, dell’erba che cresce sul cemento, di persone considerate folli che non fanno altro che innaffiare. Ma la loro follia è solo cura, e a qualcosa serve.
Le illustrazioni, molto minimali, rimandano al mondo delle radici, del radicamento, che connette tutti gli esseri a una cosa soìa.
Piccolo capolavoro.
DOVE TROVARE BOTANICAL PORTRAITS
Qui vi ricordo il sito di Federica Lissoni e il progetto Botanical Portrait.
Questo il profilo instagram di Federica Lissoni, Racconti Visionari
E questo il profilo di Emanuela Bizzozero.
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