Ammetto di avere dato una possibilità a Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy, edito da Arka Edizioni, per quattro motivi.
1. Sì, mi lascio influenzare dalla copertina nelle scelte. Poi sono consapevole che belle copertine nascondono libri orribili e, viceversa, libri splendidi non sono stati valorizzati dall’estetica.
2. Ho sempre visto albi illustrati pubblicati da Arka, ma mai graphic novel.
3. Non c’è una trama riportata in quarta di copertina
4. La fascetta: di solito la fascetta è inutile, ridondante e ridicola. In questo caso ha fatto quello che la fascetta dovrebbe fare, e cioè informare. Le informazioni date sono relative ai premi che questa graphic novel ha ottenuto: la Menzione Speciale del Bologna Ragazzi Award, il primo premio al Festival di Angouleme per le bande dessiné e il primo premio Pépite Bande Dessinée 2019. Chapeau!
Diciamo che il punto 3 ha giocato un ruolo importante perché scegliessi di leggere Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy.
Perché per consigliare un libro devo leggerlo e perché un libro senza trama mi intriga ancora di più.
Io leggo tanto, tantissimo.
Trovare un libro mi che spiazzi, che mi stupisca, è difficile.
Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy mi ha stupito, spiazzato, divertito, coinvolto.
Mi ha fatto dimenticare il mondo circostante.
E mi ha fatto ricordare perché nell’editoria per ragazzi io ami così tanto i francesi.
Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy ricorda il meccanismo de Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak.
Un protagonista che, preso dai suoi moti interiori, si allontana dalla dimensione domestica per vivere un’avventura che lo riporterà a casa cambiato.
In questo caso abbiamo una protagonista di nome Jo.
Jo e la sua famiglia sono in campeggio.
Man mano che la narrazione prosegue sappiamo che la famiglia di Jo è una famiglia ricomposta: i suoi genitori sono separati e lei è in vacanza con il papà, la matrigna e le sorellastre.
La cosa la fa arrabbiare, non si sente a suo agio e così si allontana.
Mentre è lontana dalla dimensione quotidiana Jo sente due voci e vede due esseri minuscoli su due minuscoli cavalli che attraversano il sentiero.
Questo è soltanto il primo episodio di una serie di elementi assurdi che irrompono in Nel paese delle Veramiglie.
Elementi assurdi, magici e perturbanti che però si calano nella narrazione con naturalezza. Una naturalezza che non sorprende la piccola Jo.
Appaiono due folletti? Per Jo è tutto normale, anzi! Che bello, un’avventura!
Dal momento che Jo decide di seguire i due folletti (che conducono una conversazione che tutto ha, tranne che del magico), si ritrova in una radura in mezzo al bosco popolata da esseri uno più strano dell’altro.
Oltre ai due folletti abbigliati in stile elisabettiano ci sono un individuo con un occhio solo, un coccodrillo con il chiodo di pelle, un tizio che sembra Johnny Ramones, un paggio, un volpone di nome Maurice, una bambina con le orecchie di gatto…
Tutti sono molto indaffarati: i loro amici sono imprigionati nelle segrete del castello del perfido Imperatore Gattaccio e oggi è l’unica occasione che hanno di infiltrarsi a palazzo approfittando del gran ballo in maschera.
Jo fa amicizia con Nuk, la bambina con le orecchie da gatto che, come lei, condivide i medesimi sentimenti.
Nuk e Jo sono entrambe lontane dalla mamma.
Jo perché è figlia di separati ed è costretta a stare in una famiglia ricomposta; Nuk perché ha la mamma che è tra i prigionieri.
Non è quindi un caso che l’avventura lontana dalla quotidianità di Jo abbia dei paralleismi così forti con la realtà
Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy è una graphic novel divertente, onirica, magica e profondamente metaforica.
Jo si unisce a Nuk e a tutti gli abitanti dello strano villaggio per entrare a palazzo.
Parte così un’evventura ricca di scoperta, magia e divertimento.
Jo si ritrova infatti l’unica, insieme al volpone Maurice, a poter fare qualcosa di concreto per liberare gli strani personaggi dal castello.
Ma non prima di aver affrontato diverse prove.
Nel paese delle Veramiglie vede infatti Jo vivere il cosiddetto Viaggio dell’Eroe e, come tutte le fiabe che si rispettino, è costellata di incontri, pericoli, elementi magici, aiuti.
Non solo il volpone Maurice accompagnerà Jo alla ricerca del ponte che unisce la loro terra al passaggio segreto del Castello, ma anche uno strano pony con la fissazione per la nonna (ormai cara estinta) e per gli stivali colorati.
E le Veramiglie?
Le Veramiglie sono dei pony variopinti.
Non hanno un ruolo particolare se non quello di essere particolarmenete graditi al Gattaccio, il Signore del Castello.
Un cattivo che poi non è così cattivo.
E’ solo capriccioso, vuole che le cose vadano come desidera lui, quando lo vuole lui.
Un po’ come i bambini quando sono arrabbiati e fanno, come si dice in inglese, a storm in a cup of tea.
Dopo tutte le avventure c’è il lieto fine: Nuk ritrova la mamma, tutti i personaggi vengono liberati, il Gattaccio ridimensiona se stesso.
E Jo?
Jo ritrova la strada di casa.
Come Max, dopo la ridda selvaggia con i mostri, prende la sua barchetta e torna dalla minestra ancora calda della mamma.
è la storia di un gatto villano
che pensava di poter far tutto dall’alto del suo trono.
stasera tornerà a casa
la festa è finita
la giostra senza cavallini
i riflessi sull’acqua della fontana per gli uccellini
gli alberi immensi del grande giardinO
E guarderà più lontano
La foresta cupa e le paludiLentamente la rabbia se ne andrà
i bambini perduti, i sogni svaniti
Ripenserà a quando era bambino
Le conchigliette al burro che gli preparava sua madre, i cartoni animati, le crepe alla pannaE il suo cuore si addolcirà
L’odore della domenica prima di dormireè la storia di una rabbia passata di un bambino che diventa grande.
Mentre la mamma di Nuk, sulla strada del ritorno, canta queste strofe malinconiche, Jo sente il desiderio di fare ritorno alla sua di casa.
Ogni verso si accompagna a una scena vissuta nel paese delle Veramiglie, ai personaggi incontrati, alle avventure passate.
Rimane la strada verso casa.
Le Veramiglie saranno sempre là ad aspettare chi per un attimo ha bisogno di immergersi nella sua rabbia, attraversarla, rappresentarla attraverso le metafore, lasciarla alle spalle.
Oltre alla poesia e alla meraviglia, cosa rende speciale questa graphic novel?
Tre motivi che rendono Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy speciale
1.L’ironia. E’ una graphic novel profondamente ironica.
Quell’ironia tipica di film d’animazione come Shrek che hanno un doppio livello di fruizione. Quello bambino della meraviglia, quello adulto dei doppi sensi, dell’umorismo fine, del dialogo tra le parole e le immagini.
2.La ricchezza stilistica e, soprattutto, linguistica: una ricchezza che se rende possibile il punto precedente, riesce a rendere tangibile il mondo bambino, come nelle vignette qui sotto. Una ricchezza che è anche fortemente simbolica, potremmo scriverci un saggio.
3. Ovviamente l’illustrazione, dolce e pastello, che si accompagna a profondità si sentimenti e di narrazione.
E’ difficilissimo riuscire a raccontare una storia come questa.
In un libro come Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy bisogna per forza procedere per immersione.
Un’ultima precisazione: ho paragonato Nel paese delle Veramiglie a Nel paese dei mostri selvaggi per via del meccanismo di viaggio fantastico a partire da una forte emozione.
Ciò non vuol dire che la graphic novel sia riducibile a un solo tema come la rabbia.
E’ uno dei suoi tanti aspetti.
Vi segnalo anche un contenuto extra
Per chi ama perdersi nelle illustrazioni di Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy, sul sito dell’illustratrice ci sono delle illustrazioni in bianco e nero da colorare. Qui il link.
Nel paese delle Veramiglie di Camille Jourdy
tradotto dal francese da Silvia Cavenaghi
Edito da Arka Edizioni.
(acquistabile qui).