Cominciamo da un punto essenziale: che cosa sono i Non-fiction Picture Books?
Un albo illustrato non fiction non ha un filo narrativo.
I Non-fiction Picture Books sono quegli albi illustrati che rientrano nella sfera della divulgazione.
Albi illustrati sulla natura, sugli animali, sul mondo, sullo spazio.
I Non-fiction Picture Books però non sono semplici enciclopedie o cataloghi che elencano come è fatto il mondo, come si compone, da chi è abitato (dentro e fuori).
Caratteristica principale dei Non-fiction Picture Books è il taglio autoriale forte, la compresenza di scienza e di arte.
I Non-fiction Picture Books sono albi illustrati dove alla divulgazione si accompagna sempre la poesia delle immagini.
Non è facile definirli e ho scoperto che si chiamano Non-fiction Picture Books solo in tempi recenti.
Non so nemmeno se esiste un corrispettivo italiano come definizione.
La bellezza del settore dei libri per bambini (e i Non-fiction Picture Books dimostrano ancora una volta come questo settore abbia confini labili) è che ti mette costantemente nella posizione dello studente.
Leggendo di recente un bellissimo saggio sul tema, ho realizzato che questa categoria di libri ha iniziato ad essere sempre più diffusa a partire dagli ulimi dieci anni.
Io sono nel settore dalla metà di quel tempo ma un paio di anni fa sono rimata folgorata da due albi illustrati di Jaca Book
Questi due albi realizzati dalla coppia Romanishyn-Levin sono stati vincitori del Premio Andersen 2019 nella categoria miglior libro di divulgazione. Solo dopo sono stati tradotti.
Divulgazione vorrebbe dire che sono due albi dedicati a due dei cinque sensi: uno è sull’udito, uno è sulla vista.
Ma sarebbe riduttivo.
Perché entrambi indacano a tutto tondo la capacità di sentire: in senso pratico, in senso metaforico, emotivo, filosofico.
Oltre all’ampiezza del tema trattato, i due albi si distinguono per una ricerca illustrativa ardita: lo stile è molto grafico, quasi pop, nelle illustrazioni sono inglobati anche simboli e icone che tutti conosciamo bene e i colori sono fluo, ricercati e inediti nel settore della mera divulgazione.
Ho iniziato a fare caso che di albi illustrati che divulgano scienza ma lo fanno con tanta attenzione alla ricerca artistica e agli accostamenti poetici ce ne sono sempre di più.
Poi mi sono imbattuta in un nuovo libro di Grazia Gotti, dal titolo La biblioteca dei saperi edito da Lapis.
Dai tempi in cui era Maestra che si affidava ai libri, Grazia Gotti desiderava creare una biblioteca di clase chiamata “Biblioteca dei saperi” .
Di fatto una biblioteca di Non-fiction Picture Books che possono completare l’insegnamento, arricchendolo, educando lo sguardo e la mente (cosa che le antologie scolastiche fanno male).
Davanti a un prodotto che declina così bene il sapere e la bellezza, si prova ciò che si prova davanti a un museo.
Al museo ci si va solo da bambini?
No!
I Non-fiction Picture Books siano così difficilmente definibili perché da un lato hanno una fattualità ben precisa che è la parte divulgativa su cui non si può ricamare troppo: i dati sono dati.
Ma su come mostrare i dati, ecco…
Lì c’è lo spazio per la sorpresa.
I dati sono tali, ma la visione del mondo passa dagli occhi di chi lo mostra. In questo caso illustratori e artisti che disegnano una natura che è sempre quella, eppure ogni volta è diversa.
Quello che ancora non ero riucita a cogliere dei Non-fiction Picture Books era il motivo per cui mi attraessero così tanto e ora l’ho capito: la trasversalità, la contaminazione.
I Non-fiction Picture Books non hanno una vera collocazione, sono apparentemente semplici (“guarda, un libro sulle città del mondo!”) ma nelle pieghe del modo di mostrare il mondo c’è tutto un universo di rimandi, di sguardo, di interpretazione.
Se volete approfondire i Non-fiction Picture Books vi consiglio il bellissimo saggio (solo in inglese) Non-fiction Picturebooks: sharing knowledge as an aestethic experience a cura di Giorgia Grilli e La biblioteca dei saperi di Grazia Gotti.
Il secondo lo consiglio soprattutto agli insegnanti, per cogliere la potenzialità di questi libri.
Il saggio a cura di Giorgia Grilli invece porta il discorso al livello che cerco io: quello più ampio, più liquido, quello che non ti fa fermare alle apparenze e ti costringe a fare i conti con il la lettura più profonda che chiama in causa il senso critico (e quello estetico, ovvio).
Non-fiction Picture Books è un genere letterario così tanto ampio nel modo di narrare, da mostrare una via diversa al racconto dei fatti.
Raccontare fatti: a farlo sono tanti professionisti e questo tipo di albi illustrati può aiutare a esercitare la capacità di narrare.
Qui vi racconto di qualche Non-fiction Picture Books.
Non posso essere esaustiva perché esistono davvero tanti esempi straordinari che qui non metto (penso a Mappe della copia Mizielinska o della serie Botanicum, Animalium, Oceanarium
Alcuni Non-fiction Picture Books…
Attenzione: i Non-fiction Picture Books non vanno analizzati solo per il loro argomento. Il loro punta di forza sta proprio nelle immagini, nello stile, nella composizione della sequenza narrata iconograficamente.
Io posso provare a raccontarvi come sono questi albi, ma dovete vederli.
Un museo non può essere raccontato, va attraversato.
Forte, piano in un sussurro, R.Romanyshyn-A.Lesiv, Jaca Book
L’udito è indagato nel senso più ampio del termine: sentire vuol dire sentire dei rumori, capire da dove vengono, cosa sono i decibel, quali sono le fonti sonore del mondo. Ma sentire vuol dire anche ascoltare.
E vuol dire silenzio, vuol dire sentire senza parlare, perché non serve parlare o perché non si può farlo e allora si ascolta con gli occhi guardando i gesti delle mani.
I colori sono fluo, lo stile a volte ricorda le infografiche.
La mescolanza di rappresentazione infografica di dati si combina benissimo con immagini che riescono a rendere l’aspetto più emotivo dell’ascoltare.
L’Uovo, B. Tackentrup, Uovonero
L’uovo può sembrare semplice se non fosse che l’oggetto/soggetto di uno dei dilemmi filosofici più antichi.
E quindi un albo illustrato che lo tratta non è così semplice come appare: l’uovo viene indagato, pagina dopo pagina, con tante brevi informazioni che mescolano la scienza alla scienza naturale: che cos’è l’uovo, che forma ha, che colore, dove si trova, quanti nidi esistono.
E poi va ancora oltre a spiegare cosa significhi l’uovo nella religione, nella tradizione, nella mitologia, nell’arte…
Io ho un debole per le pagine opache.
Britta Tackentrup è tra le illustratrici più amate, con un occhio di riguardo al mondo naturale. Le sue illustrazioni sul mondo delle uova sono realizzare con un attenzione che vira verso il pattern e talvolta si ha l’impressione di essere davanti a un mosaico.
Paesaggi perduti della terra, A.Bestard, Ippocampo
Questo libro, dal formato rettangolare orizzontale, è uscito prima di Natale e l’ho esposto in un punto di grande passaggio: il pubblico che più di tutti si fermava incuriosito era quello degli adulti.
Paesaggi perduti della terra racconta la storia della terra, quella geologica sino all’avvento dei mammiferi.
C’è una sequenza di tre pagine realizzata su carta da lucido che così, in un impatto da immagine quasi incisa, mostra l’origine dell’universo.
In queste tre pagine sembra che Durer incontri Melies.
Di tutt’altro genere illustrativo, ma lo accosto ad un altro libro appartenente ai Non-fiction Picture Books, La storia del mondo di Peter Goes, che racconta la storia del mondo in 40 doppie pagine.
La storia del mondo davvero, comprese le grandi rivoluzioni.
Mostri&Meraviglie. I gabinetti delle curiosità attraverso il tempo, A.Galand, D.Jacquot, Panini
Un libro illustrato con alette, quasi brulicante, ma che racconta la passione dell’uomo per la collezione, per la tassonomia, per la raccolta di oggetti esotici.
Su tutto, un libro che parla di wunderkammer utilizzando uno stile di illustrazione che sembra a sua volta una wunderkammer.
QUesto è il mondo, M.Sasek, Rizzoli
Ok. Questo libro è fuori catalogo e io l’ho trovato al Libraccio in super sconto.
Ma sono convinta che, sull’onda della valorizzazione del Non-fiction Picture Books, Sasek verrà presto riscoperto.
Sasek è morto negli anni ’80 ed è stato un illustratore celebre per tutta una serie di libri per bambini intitolata Questo è… Che di volta in volta diventava Questa è New York, Questa è Londra, ecc.
Tra le onorificenze che gli sono state tributate c’è la nomina di Best Illustrated Children’s Book of the Year nel 1959, oltre che la sua comparsa sulla Lista d’Onore dell’International Board on Books for Young People.
E’ interessante osservare il mondo di Sasek, soprattutto se si considera che la prima opera è del 1959, l’ultima del 1974.
Quella che era la sua visione del mondo è certamente datata, ma non lo è il modo di raccontarla, con quelle illustrazioni in perfetto stile New Yorker.
Questo è il mondo è la raccolta di quasi tutti i suoi itinerari per il mondo.
Cresco. I segreti del nostro DNA, N.Davies, E.Sutton. Editoriale Scienza
La crescita: tutti nascono piccoli, alcuni diventano enormi, altri rimangono piccoli e possono metterci centinaia di anni.
Crescendo tutti gli esseri viventi sviluppano le caratteristiche per adempiere al proprio ruolo sulla terra…e per adattarsi ai momenti difficili.
Questa grande storia viene rappresentata e raccontata con poche parole, puntellate qui e là da nozioni scientifiche.
Le illustrazioni occupano la doppia pagina, spesso nella loro interezza e mostrando come crescere voglia dire, prima di tutto, cambiare.
E così, alle illustrazioni che mostrano la vita di una bambina a che è embrione a che diventa a sua volta mamma, si accompagnano le illustrazioni che mostrano il DNA, ciò che non si vede ma che determina il mood di crescere/cambiare.
E’ la scienza che oltre ai dati trasmette il messaggio di connessione che accomuna tutti gli esseri viventi.
Che cos’è un fiume?, M. Vaicenavicienè, Topipittori
Una bambina è sulle rive di un fiume con la nonna.
Raccolgono fiori per fare una ghirlanda quando la bambina chiede “Che cos’è un fiume?”.
Inizia così una lunga spiegazione che parte da una definizione poetica: un fiume è un filo, è una casa, è rinnovamento, è un nome, è un luogo d’incontro.
E per ognuna di queste definizione, l’autrice/illlustratrice spiega la storia del mondo e della natura attraverso immagini e parole.
Quali sono i fiumi storici più famosi, quali sono i fiumi da record, cosa hanno rappresentato i fiumi per l’uomo nel corso della storia.
Ci sono curiosità storiche e geografiche, naturalistiche e botaniche, raccontate come se fossero una leggenda.
Ogi doppia pagina è un’illustrazione che ti trascina, immersivamente, dentro di sé.
Prendere il volo. Storie di uccellini caduti dal nido e finiti in buone mani, M.Marinelli, S.Molinari, Topipittori
Sul tema del Non-fiction Picture Books Topipittori ha molto dire.
Sono infatti i fautori di due collane di divulgazione bellissime, PiNo e PipPo (la prima dedicata ai bambini naturalisti, la seconda è una Piccola Pinacoteca Portatile).
Nella collana PiNo ci sono numerosi esempi, ma io soffermo sull’ultimo uscito.
Prendere il volo è strutturato come un taccuino su cui sono stati registrati gli uccellini salvati.
Gli uccelli hanno un nome che gli è stato dato da chi li ha trovati.
Hanno una storia che comincia quando un bambino o una bambina si è imbattuta in loro…ma hanno una storia naturale: appartengono a una specie, hanno caratteristiche ed esigenze.
E quindi la storia di Tommi, il merlo trovato da un bambino di 11 anni, ci racconta non solo del suo incontro con il piccolo umano, ma anche come lo si identifica, come lo si soccorre, a quale famiglia appartiene, come sono fatti i suoi nidi, le sue penne, come lo si nutre e come lo si reinserisce nel suo habitat dopo averlo curato.
Non è solo un albo di divulgazione questo, ma un misto tra un diario e un libro che insegna a prendersi cura di qualcuno nel pieno rispetto delle sue esigenze.
Le illustrazioni sembrano mutuate dalle tassonomie di un tempo.
Rispetto agli altri Non-fiction Picture Books, dove l’immagine domina la parola, qui c’è una preponderanza della parola, proprio perché c’è un mix di scienza di narrazione volta a raccontare l’aspetto della cura.
Piano Piano…Osservare la natura per vivere senza fretta, R.William-F.Hartas, Giunti
Questo libro illustrato è un accostamento di poesia di scienze naturali.
Inizia proprio con dei versi:
povera è questa vita se, tra mille pensieri, non abbiamo il tempo per fermarci a osservare.
Se è vero che possono esserci dietro mode di mercato (la lentezza, la mindfulness, il fare spazio), vero è che i più grossi insegnamenti li possiamo cogliere dalla natura.
Questo libro ha 50 lezioni, 50 storie del mondo animale e naturale: la caccia notturna di un pipistrello, un topolino delle risaie in cerca di cibo, il temporale d’estate, il funghi che crescono nella foresta, il muschio che assorbe la pioggia nel bosco.
Sono storie che succedono davvero, che conosciamo, che forse abbiamo visto, se viviamo in un posto che non sia la città.
Ma ci fermiamo mai a pensare a quanto potere ci sia dentro queste cose che accadono quotidianamente, da sempre?
Queste storie sono raccontate in una soppia pagina, adottando uno stile quasi simile a quello di una graphic novel.
Invece di una narrazione, le parole ci forniscono le spiegazioni.
Quando l’ho sfogliato la prima volta mi ha ricordato un libro per adulti che purtroppo non si trova più: La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita di Philippe Delerm, che raccontava di piccoli gesti (la prima volta che mangi all’aperto in primavera, i pasticcini della domenica, ecc…) che sì, sono piccoli, ma risuonano in maniera gigantesca.
E’ lo stesso effetto che si prova davanti a queste 50 storie.
Nuvolario. L’atlante delle nuvole, S.Zambello,s.zanella, Nomos
Nomos ha già pubblicato degli albi illustrati divulgativi di tutto rispetto, come La piccola guida alle foglie, che continua imperterrita ad avere successo.
Se dico “nuvole” a tutti voi verrà in mente qualcosa. Un quadro, una canzone, una poesia, una forma. E’ così che le due autrici hanno pensato Nuvolario, come un percorso con il naso all’insù a osservare non solo quello che le nuvole sono realmente, ma cosa sono state per l’uomo all’interno della sfera artistica e immaginativa.
Nuvola è scienza, ma è anche simbolo.
E’ storia dell’arte, è stile.
Ma è anche paideia, e gioco bambino, poesia, canzone.
Potrei andare ancora avanti a lungo.
Mi sento quasi in colpa ad aver lasciato indietro Apri gli occhi al cielo, splendido manuale di Spazio e Astronomia accomagnato dalle poesie di Silvia Vecchini. Ma ne avevo già parlato qui!
Oppure i meravigliosi Non-fiction Picture Books sugli alberi!
Ma pure di un po’ di quelli ne ho parlato qui
A maggior ragione se siete adulti, entrate in questo mondo di illustrati.
Ovviamente i libri della mia lista aumentano ogni volta che leggo i tuoi articoli 🌸🙈