I libri per ragazzi on the road sono una variazione sul tema del viaggio.
E il viaggio è uno dei temi più amati e affrontati anche a scuola, soprattutto per le sue valenze metaforiche.
Il viaggio come movimento, come motivazione, come scoperta e ascolto di sé, come iniziazione, come evoluzione.
I libri per ragazzi on the road sono storie di viaggi, di fughe, di cambiamento.
Si viaggia infatti per rottura con un contesto al quale non si sente di appartenere e si viaggia per andare verso un altrove sconosciuto ma che ci attrae magneticamente.
In realtà l’Altrove può trovarsi non necessariamente a chilometri di distanza. Seneca lo diceva:
L’animo devi mutare, non il cielo
L’Altrove può essere uno stato della mente da raggiungere, ma per raggiungerlo bisogna operare una cesura, spaziale e sociale, nei confronti del contesto usuale.
Quando si parla di viaggio associato a libri per ragazzi quindi, le sfumature di senso sono specifiche: la maggior parte dei libri per ragazzi hanno per protagonisti individui che hanno un’età compresa tra gli 11 e 13 anni.
Una fascia di età in profondo divenire, dove spesso ci si chiude prima di riaprirsi.
tutti i riti di passaggio prevedono la separazione dalla famiglia, l’allontanamento da ciò che è noto e lo spostamento in un luogo altro in cui ad attendere c’è qualcosa che poggia su altre logiche e che introduce un nuovo modo di percepire la realtà
Il brano è tratto dal saggio Sulla fine dell’infanzia di Nicola Galli Laforest contenuto in In cerca di guai.
Quello che voglio fare in questo articolo dedicato ai libri per ragazzi on the road è focalizzarmi su un tipo di viaggio particolare.
Su ciò che succede tra qui e altrove: sul percorso, sul viaggio, sullo spostamento in sé.
Nei saggi di letteratura per l’infanzia si parla di “Varcare la soglia” intendendo proprio il passaggio da uno status a un altro, passaggio che può colorarsi di motivi diversi.
Il cambiamento, il viaggio come percorso di scoperta e definizione, sono temi che se accolti a dovere, determinano diversi momenti nella vita di una persona.
Ecco perché, secondo me, affrontare tutte le variazioni possibili del tema del viaggio, a tutte le età e soprattutto attraverso la letteratura per ragazzi, favorisce quel processo catartico per cui col tempo risulterà sempre più naturale incontrare le storie (le narrazioni) per aiutare la propria storia.
In questi suggerimenti di libri per ragazzi on the road ho cercato di considerare il viaggio sia come reale spostamento, sia come allontanamento dalla realtà quotidiana.
Non ho toccato invece il senso metaforico del viaggio inteso come viaggio di fantasia o viaggio tra mondi diversi, che sarebbe comunque un’altra interessante variazione sul tema. Nè ho considerato un’altra cesura interpretabile come un viaggio, e cioè traslochi e trasferimenti.
I miei consigli di libri per ragazzi on the road ci portano per strada, su auto, su biciclette, per mari e per boschi, in tempi storici e in tempi moderni.
Ma il viaggio può essere anche profondamente metaforico e non implicare il macinare di chilometri.
Ci si imbarca in un viaggio anche quando ci si allontana da sé stessi, pur rimanendo fisicamente nello stesso posto.
Ecco i consigli di libri per ragazzi on the road
Hoopdriver, P.Baccalario, Mondadori Ragazzi
Inghilterra, pieno lockdown del 2020.
Billy Hoopdriver ha un padre che perde i pezzi, una madre mai conosciuta, un nonno leggendario e formidabile che ha deciso di trasferirsi duecento miglia lontano da Liverpool.
Questo lo status asfittico di N-Billy, peggiorato dal lockdown e da un carico da mille di incertezze.
In queste incertezze una mattina Billy ne trova una: alla notizia che anche Boris Johnson (simbolo politico e universalmente riconosciuto di un ordine costituito che sta saltando), il ragazzo decide di prendere la sua bicicletta, di fuggire, di percorrere duecento miglia in solitaria e di raggiungere il nonno per onorare una promessa.
In Hoopdriver il viaggio è orientamento e insieme contatto con sé stesso e con la propria storia.
Pedalando per strade maestre deserte e per sentieri secondari, Billy pensa.
I pensieri sono accompagnati dalla musica (e che musica!) di cui il nonno e il padre sono cultori. Musica ricca di aneddoti che Billy ha fatto suoi.
Man mano che le miglia vengono macinate la musica lascia sempre più posto ai pensieri, alle considerazioni di Billy su sé, sulla sua famiglia, sul suo posto nel mondo.
Come tutti i viaggi, quello di Billy è un viaggio dell’eroe e come la morfologia della fiaba insegna, non mancano sfide, pericoli, nemici ma anche figure magiche che spuntano al momento giusto.
Charlie e il misterioso professor Tiberius, Sally J.Pla, Edt Giralangolo
A mettersi i viaggio attraverso una buona parte degli Stati Uniti sono una famiglia accompagnati da una bizzarra baby sitter.
Il protagonista e narratore è però Charlie, probabilmente affetto da Asperger, quindi pieno di manie e bisognoso di trovare solidi punti di riferimento.
In Charlie e il misterioso professor Tiberius il viaggio è cambiamento non voluto ma necessario. E’ ricerca di punti di riferimento in movimento, è speranza e conoscenza del mondo e dei propri compagni di avventura.
Charlie ha tre fratelli.
Ha perso la mamma da bambino e ora sta rischiando di perdere il padre, reporter di guerra tornato dall’Afghanistan con un butto trauma cerebrale.
I ragazzi sfuggono al controllo della nonna e partono in auto per raggiungere la clinica in cui è ricoverato il padre. Dopo aver rischiato un incidente, la nonna comprende che i ragazzi devono affrontare quel viaggio e decide di non ostacolarli, anzi: impone loro di stabilire delle tappe.
Se devono viaggiare tanto, che mettano a frutto questa possibilità.
Unica condizione: ad accompagnarli e a guidare l’auto prima, e il camper dopo, sarà la loro baby sitter Ludmila, con una storia personale tutt’altro che semplice.
Charlie ha tanto bisogno di certezze ma il suo mondo è andato in frantumi e ora si ritrova sballottato dall’altra parte del paese: la sua unica certezza è la Lista degli Uccelli da vedere.
Natura e ornitologia sono le sue grandi passioni e la lista l’aveva compilata con il padre: ecco che si aggrappa proprio a questo. Se vedrà tutti gli uccelli della lista, il padre guarirà.
Ed è in base a dove può vedere questi uccelli che Charlie sceglie le tappe…
Ne avevo parlato anche qui.
Tornando a casa, J.Reynolds, Rizzoli
Qui il viaggio è decisamente più dimesso ma non con meno implicazioni sull’identità personale.
La storia è semplice: dieci ragazzini tornano a casa da scuola.
Nel farlo osservano, si confrontano, parlano, diquisiscono.
Il viaggio di Tornando a casa è un viaggio narrativo.
E’ il viaggio della scrittura che accompagna dei personaggi da un punto a un altro mentre raccontano e, inconsapevolmente, si danno una direzione.
Non lo sanno, ma in questa piccola semplicità, in questo breve tratto, stanno decidendo la propria strada.
Ogni storia dedicata ad ogni personaggio, apre un mondo: storie comuni, storie difficili, diversi modi di affacciarsi e affrontare la vita.
Fuga in soffitta, C.Pierrè, Edt Giralangolo
Anche in questo caso il viaggio è un’intenzione che però, frustrata, si trasforma in uno spostamento impercettibili ma carico di conseguenze inimmaginabili.
Come suggerisce il titolo, la fuga della protagonista non la porta molto lontana.
Anouk è in un momento di empasse in cui non riesce a sostenere quanto accade.
Le gocce che fanno traboccare il vaso sono la notizia che la madre anche questo Natale non tornerà a casa e la migliore amica e le volta clamorosamente le spalle a scuola.
Anouk decide di fuggire, e cerca di farlo davvero.
Solo che è inverno, una ragazzina da sola dà nell’occhio e non ha fatto i conti con una serie di difficoltà.
Così torna a casa…e decide di nascondersi in soffitta.
Da lì però sente tutto quello che accade e si rende conto delle conseguenze che la sua sparizione ha provocato non solo nella sua famiglia, ma anche nell’intero circondario.
Il viaggio di Fuga in soffitta è un viaggio statico in cui cambia la percezione di sé.
Nell’allontanamento cambia così la percezione che Anouk ha di sé: la ragazzina infatti non percepiva il suo valore.
Ora che avverte quanta importanza ha, cerca di riallineare sullo stesso piano l’idea che ha di sé a quella che hanno gli altri.
Un libro brevissimo, scorrevole, decisamente accattivante.
Voce di lupo, L.Bonalumi, Il Battello a vapore
Buddy ha appena perso il suo migliore amico, caduto in montagna durante una slavina.
Non si perdona, non riesce a venire a capo di dolore e senso di colpa, non riesce a comunicare con amici e genitori e non si sente compreso.
Ha bisogno di mettere uno spazio tra sé e gli altri e decide, con grande maturità e solidità, di andare ad abitare per un poco l’Altrove.
Buddy scappa di casa e si avventura in montagna.
Il suo viaggio è uno spostamento non lontano da casa, tra sentieri, boschi, ruscelli, vallate.
Il viaggio di Voce di Lupo è l’allontanamento verso un luogo famigliare, solitario, selvaggio, in cui mettersi in ascolto di sé.
Di Voce di lupo ho sempre apprezzato il valore del viaggio non come fuga di un ragazzino che non sa chi è, ma come lucida scelta di un individuo che, in un momento di crisi, cerca i propri strumenti in uno spazio che gli è congeniale.
Alma del vento, T.De Fombelle, Mondadori
In questo caso non siamo on the road, ma siamo in perfetta atmosfera avventurosa dove il viaggio è motore principale dell’azione.
Un viaggio che si colora di atmosfere lontane, di tempi distanti di noi.
Ci si muove tra l’Africa nera degli schiavisti alla Francia dei colonialisti, tra leggende di pirati e tesori nascosti e perfidi capitani di mare.
Dicevo: il viaggio è il motore dell’azione.
Un viaggio chiamato casa, Alan Stratton, Mondadori
Ancora una volta il viaggio come fuga.
E un incontro generazionale: perché spesso, nei libri per ragazzi on the road, non ci sono solo fughe in solitaria. Capita anche che le fughe vedano adolescenti fuggire da o insieme a persone molto più avanti con l’età.
Come i nonni ad esempio.
Un viaggio chiamato casa è proprio uno di questi libri per ragazzi on the road.
Protagonista è Zoe, immersa in un momento di empasse: non riesce ad andare avanti, non può tornare indietro e così se ne va.
Se ne va da due genitori che la incolpano ingiustamente di malefatte commesse da una perfida cugina, se ne va da chi non la comprende.
E lo fa con l’unica persona che invece la capisce, l’adorata nonna.
Solo che la nonna sta in un ospizio, quindi prima di fuggire per scoprire se lo zio innominato da tutti esiste ancora, bisogna far scappare la nonna dalla casa di riposo.
A fuga si aggiunge fuga e il viaggio si fa ricerca di memoria: la nonna la sta perdendo ma Zoe la sta cercando per costruire la propria identità.
La vendetta di Frances Farmer, L.Vaccarino, Solferino
Ancora una volta una fuga con due generazioni diverse a confronto, ognuno in fuga da qualcosa e per qualcosa.
Questo libro ha delle tinte un po’ vintage che lo renderanno amatissimo da chi è nati degli anni ’80.
Siamo negli anni ’90 e la protagonista decide di scappare di casa per andare al concerto dei Nirvana. Il papà glielo aveva promesso, ma all’ultimo ha ritrattato.
La sua fuga non le riesce proprio bene e si ritrova a chiedere l’autostop. A “raccoglierla” c’è un’anziana signora e il match non poteva che essere più bizzarro.
L’arzilla vecchina infatti ha rubato la macchina al direttore della sua casa di riposo, ha sottratto i soldi della pesca di beneficienza e, non ultimo, ha rubato le ceneri della sua carissima amica che desiderava essere “seppellita” nella baia di Seattle.
Le due non potevano essere più messe male in arnese di così, ma i presupposti per l’avventura ci sono tutti e così le due fuggono verso Nirvana e Kurt Cobain, mentre la polizia e un discreto codazzo di persone sono sulle loro tracce.
E’ una lettura adatta dai 10 ai 12 anni, il testo è breve e anche l’intreccio non è complesso, per cui è un libro adatto anche per quei lettori che un po’ faticano…
Mosquitoland, David Arnold, Rizzoli
Per fuggire bisogna pianificare.
Per pianificare bisogna partire dalle risorse che si hanno a disposizione e la questione principale sono i mezzi e i soldi.
Mim, vero nome Mary Iris Malone, decide di scappare dal Mississippi all’Ohio con poco meno di mille dollari e con l’autobus dei disperati.
1500 chilometri separano la sua nuova vita insieme al padre e alla detestata matrigna dalla madre. Quest’ultima è rimasta a Cleveland e solo di recente Mim ha scoperto che è malata.
1000 dollari possono sembrare tanti ma per attraversare in solitaria gli Stati Uniti bisogna stare attenti e il Greyhound, l’autobus su cui viaggia, è un mezzo di umanità disperata.
Accompagnata dal racconto che fa di sé e della sua storia, dalle sue preoccupazioni per la madre e dalle storie incontra sull’autobus e durante le soste, tra le pagine si dipana una strada di pagine e parole.
In fuga con la zia, M.Toews, Marcos Y Marcos
L’ultimo consiglio di libri per ragazzi on the road non è pubblicato da un editore per ragazzi ma io lo trovo perfetto dai 13 anni in su.
Come suggerisce il titolo anche qui parliamo di un viaggio che è fuga e che traccia una mappa famigliare complessa.
E’ un incrocio di umanità, tenerezza e asperità.
In macchina troviamo Hattie, Logan e Thebes e sono in viaggio dal Canada al Messico, dove la amdre di Logan e Thebes, dopo l’ennesimo colpo di testa si è rifugiata lasciando i figli da soli.
E’ accorsa da loro Hattie, la zia, che decide di portarli dalla madre.
In queste migliaia di chilometri i tre assaporano la libertà, danno spazio alle proprie stranezze, fanno salire con loro sull’abitacolo le proprie fantasie ma anche le tristezze e i colpi della vita.
E’ un romanzo che, in fondo, ha tutto il sapore della libertà di essere qui e ora.
Qui la scheda del libro e i contenuti speciali pensati dalla casa editrice.
Altri titoli di libri per ragazzi on the road
Il regno di Kensuke, M. Morpurgo, Mondadori
La strada per Pont Gun, K.Centomo, Einaudi Ragazzi
Respira con me, G.Romagnolo, Pelledoca
Nel paese delle Veramiglie, C.Jourdy, Arka (Graphic Novel)
L’esploratore, K.Rundell, Rizzoli
Le avventure di Boscoscuro, Avi, Il Castoro
Pax, S.Pennypacker, Rizzoli