Leggendo gli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake, desidero una sola cosa.
Vorrei poter vedere anche io il mondo con gli occhi di Shinsuke Yoshitake.
Qualche anno fa stavo attraversando un momento particolarmente triste.
Parlando con gli altri, per descrivere come mi sentivo, usavo l’espressione “Mi sveglio e ho già la carogna sulla schiena”.
Una mia amica, che di professione è psicologa e counsellor, un giorno mi chiese di provare a descrivere come fosse esattamente questa carogna che mi portavo sulla schiena.
Io le diedi le sembianze dell’armadillo di Zerocalcare, però tutto nero.
Mentre facevo questa operazione, mi resi conto che dare alla mia personale carogna quelle sembianze mi faceva ridere e mi alleggerivo dalla pesantezza che mi portavo addosso.
Gli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake riescono a dare una rappresentazione concreta, ironica, diretta, semplice dei problemi che affrontiamo.
E come tutte le cose rappresentate con semplicità, nascondono una grande complessità.
Shinsuke Yoshitake è un illustratore e autore giapponese che ha debuttato in Italia con Non si toglie, edito da Salani.
Gli sono seguiti Il libraio magico, libro illustrato per un pubblico adulto che soffre di tutte le manie possibili legate alla libreria (edito da Sperling&Kupfer).
Ne avevo parlato qui e in questo video:
Il bambino pisciolino, uscito nel 2021 per Salani.
E infine, freschissima novità del 2022, Uffa, che noia! per Fatatrac.
Ma Shinsuke Yoshitake, in Giappone amatissimo da adulti e bambini, ne ha fatti moltissimi di albi illustrati.
Gli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake, pur essendo illustrati con un tratto semplicissimo, riescono a narrare sia grazie alle parole, sia grazie alle immagini.
La prima volta che lessi Non si toglie avevo per le mani la copia giapponese eppure, anche se non conoscevo né conosco la lingua, non riuscivo a non ridere.
Recentemente mi è capitata tra le mani una copia, sempre in giapponese, di un piccolo albo che in inglese è stato tradotto con I can be anything!. E anche in questo caso, è possibile seguire la narrazione pur non riuscendo a comprenderne le parole.
Ma l’incontro tra capacità espressiva dell’illustrazione e possibilità aperte dalle parole che descrivono il suo modo di vedere il mondo, generano un’opera unica e trasversale per lettura.
Quali sono le caratteristiche degli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake?
- La partenza, che avviene sempre da un dato di fatto, il più delle volte problematico.
I problemi negli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake appartengono alla quotidianità dei bambini, ma a ben vedere sono ciò accade quando si sta al mondo.
E succedono anche agli adulti.
La metafora di una piccola difficoltà, si fa rappresentativa di tutte le difficoltà possibili che hanno ripercussioni sulla sfera emotiva e relazionale.
In Non si toglie il bambino protagonista vuole a tutti costi esercitare l’autonomia e svestirsi da solo.
Ma gli mancano manualità ed esperienza e rimane incastrato nella sua maglietta.
In Il bambino pisciolino a frustrare sono piccoli, piccolissimi intoppi del quotidiano. Un calzino arrotolato male, un’etichetta che irrita…
Già da titolo in Uffa, che noia! capiamo quale sia il grande dilemma: la noia, che barba, che noia del non sapere cosa fare.
Mi sono comprata un albo illustrato non ancora tradotto, dal titolo Why do I feel like this? dove la protagonista, sempre una bambina divisa tra casa e scuola, si interroga su tutti quei sentimenti e quelle emozioni che non fanno stare bene, come la rabbia, la tristezza, la frustrazione.
Il punto di partenza degli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake, sono i problemi dei bambini nel loro quotidiano.
Ma i problemi di cui parla Shinsuke Yoshitake sono universali.
E lo sono anche le sue soluzioni.
2. L’esplorazione del problema e la sua osservazione da ogni possibile angolazione.
In passato ho già parlato di Non si toglie in un post dedicato agli albi illustrati dove si affrontano i problemi.
Quando leggo Non si toglie mi sembra di essere davanti a un semplicissimo manuale di problem solving.
Il protagonista infatti non si perde d’animo più di tanto e, constatata la situazione, inizia a immaginarsi la sua vita incastrato nella maglietta.
Un modo per avere successo e farcela ugualmente lo troverà.
In Uffa, che noia! e in Why do I feel like this? i protagonisti si pongono moltissime domande.
Farsi domande, chiedere perché, è fondamentale per esplorare tutti gli scenari possibili e per non fermarsi alla spiegazione più semplice.
Ne avevo parlato anche qui.
Shinsuke Yoshitke nel suo fare domande è come se osservasse il problema a 360°, girandoci intorno, smontando il problema e guardandoci dentro.
E lo fa illustrando tutte le curiosità, le ipotesi, le riflessioni, le possibilità che si possono prendere in esame.
Le sue interrogazioni sono filosofiche, tendono all’alto, mentre le illustrazioni sono così terra a terra da generare un equilibrio perfetto.
Si sospende il giudizio e si prende in esame tutto quanto con la giusta misura di leggerezza.
Lo scarafaggio non pensa mai “Uffa, che noia!”?
Il distributore automatico lo pensa?
Il sasso lungo la strada?
L’orsetto di peluche?
La cartaccia della cannuccia?
Il motore esterno del condizionatore?
Pensando alla noia vi verrebbe mai in mente di associare questo concetto astratto alle scarpe strette che non si mettono mai (quindi si annoiano a non essere mai messe?)?
Se ho avuto una brutta giornata, mi immagino ogni sorta di possibilità.
Che sono una grande attrice e sto recitando una scena molto triste, potrei addirittura vincere un premio!
Oppure che quando accade qualcosa di triste vinco dei “Punti tristezza”. Quando ne ho abbastanza, posso scambiarli con qualcosa che desidero.
Il pensare a come dare forma alle situazioni spiacevoli e di empasse, mi ricorda quel mio immaginarmi la tristezza come l’armadillo di Zerocalcare (però nero).
Una capacità questa, spesso esercitata nei contesti di terapia, dove per soffermarsi sulle emozioni, ci si sta dentro trasformandole in qualcosa di visibile, tangibile, concreto.
Shinsuke Yoshitake in questo è un maestro.
Ma dopo le domande, dopo che si sono fatte le debite riflessioni e si sono scovate nuove risposte, arrivano nuove consapevolezze.
3. La capacità di adattarsi di Shinsuke Yoshitake viene rappresentata con leggerezza e ironia, ma sono tutte lezioni di vita di grande saggezza.
Quando lo scenario è stato esplorato con curiosità, puntiglio e mente aperta, i protagonisti degli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake acquisiscono nuove capacità.
C’è chi o chiamerebbe spirito di adattamento, chi strumenti compensativi.
Sono quelle strategie che si mettono in atto quando:
a) dato un problema
b) considerate tutte le possibilità
Conoscendo me stessa/o agisco in base a ciò che so fare e che mi fa stare meglio in questa situazione.
Abbiamo già visto come in Non si toglie il protagonista immagina si poter riuscire lo stesso nei suoi obiettivi.
Altri sicuramente ce l’hanno fatta nelle sue stesse condizioni.
In Uffa, che noia! l’esplorazione della noia porta il bambino a considerare la noia come elemento necessario.
Di come il mondo non sia solo divisibile in “divertente” e “noioso”.
E guardando agli altri si rende conto di come ci siano persone che sembrano divertirsi e invece sia annoiano e altre che sembrano annoiarsi e invece si divertono molto (estroversi ed introversi?).
Lo specchio degli altri, il guardare fuori da se per aiutarsi a costruire un modello è una costante negli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake.
Anche in Why do I feel like this?
Ho sempre pensato che tutti gli adulti si piacessero e che tutto fosse semplice per loro. Ma ora non credo sia vero.
Non sono l’unica che spesso si sente triste, arrabbiata o giù di corda.
Succede a tutti.
Come viene rappresentata questa immagine è di grande forza.
Yoshitake immagina i mostri (le emozioni che ci fanno sentire male perché non sappiamo gestirle) come tanti piccoli mostriciattoli viola che ci portiamo appresso.
Grandi, piccoli, tanti, pochi, sulla schiena, attaccati a una gamba, sulla testa o dentro a un taschino.
Gli albi illustrati di Shinsuke Yoshitake riescono a rappresentare l’irrappresentabile.
Per questo credo sia un valido aiuto nell’elaborazione del proprio sentire e della propria sfera emotiva.
Oltre che essere un maestro di narrazione, per un bambino che ascolta, per un adulto che si racconta gli accadimenti sempre dallo stesso punto di vista.
E proprio perché è un abile narratore (e nasce come autore di albi illustrati per bambini), sul finale si allontana da ogni morale per chiudere sempre con un guizzo di imprevisto che apre ancora una volta alla risata.