Dei libri su giocattoli che si animano. Un percorso storico e letterario.

L’idea di un percorso dedicato ai libri sui giocattoli che si animano mi è venuta dopo aver letto Il coniglietto di velluto di Margery Williams, uscito per Emme Edizioni in occasione del Natale.

Un albo illustrato che racconta la storia di un coniglietto di velluto molto amato dal suo bambino, che un giorno si interroga su cosa significhi essere vero.

Essere vero non dipende da come sei fatto, – rispose il Cavallino di cuoio. – E’ qualcosa che ti succede. Quando un bambino ti vuole bene per tanto, tanto tempo, quando tu per lui non sei solo qualcosa con cui giocare, ma qualcuno da amare DAVVERO, ecco, allora diventi VERO.
– E’ una cosa che fa male? – domandò il Coniglietto.
– Qualche volta, – disse il Cavallino che era sempre sincero. – Ma quando sei vero non ti importa di soffrire.

Al netto del fatto che in queste poche righe è contenuta l’essenza del vivere e del soffrire che del vivere è parte, è stato leggendo il concetto di “diventare veri” che mi ha acceso una lampadina.

Una lampadina che si sarà accesa anche voi.

Quale altro grande personaggio letterario nasce giocattolo per diventare bambino vero?

Esatto, Pinocchio.

Il Coniglietto di velluto è un racconto illustrato pubblicato nel 1922 sulla rivista americana Harper’s Bazaar.
Pinocchio esce nel 1881 a puntate su Il giornale per i bambini.
E’ invece del 1862 un racconto francese autopubblicato dal titolo La bambola parlante, di Francois Janet.

Ed ecco quindi il terzo libro che mi ha fatto pensare a questo percorsino.

La bambola parlante racconta di una donna che un giorno fa dono alle sue due bambine di un giocattolo a lei molto caro.
Una bambola speciale, dalle fattezze precise e dal dono di saper parlare.

Ma non parla solo meccanicamente.
La bambola, creata da un abile artigiano di Norimberga (storicamente la città tedesca è stata sede dei migliori giocattolai), ha il dono di saper rispondere.

Ha una coscienza, che esprime attraverso piccole storie che racconta quando qualcuno accanto a lei non ha un comportamento retto.

A differenza di Pinocchio infatti, la bambola francese è un esempio di rettitudine e moralità.

L’intento pedagogico profondamente moraleggiante e paternalista è molto forte: la bambola istruisce le bambine affinché le bambine si comportino bene.

(Inutile dire che se avessi la bambola parlante sotto mano, le infilerei la testa nel wc, ma quella era la Francia post illuminista, e la letteratura infantile non poteva prescindere da questo profondo didascalismo).

Ci sono state ipotesi secondo cui La bambola parlante sia stata di ispirazione per Collodi.
Non ne esistono tuttavia evidenze.

Ciò che per me è evidente è l’humus culturale e storico in cui autori ed artisti sono immersi.

Chiunque crei, si lascia ispirare da qualcuno che ha avuto un’intuizione prima di lui.

E chiunque crei, non può prescindere dalla sua attualità, dalle urgenze, dalle tendenze che si mescolano agli stili.

La bambola parlante, Pinocchio e Il coniglietto di velluto sono nati a pochi decenni di distanza l’uno dall’altro.

Sono inseriti in un panorama di scoperta del mondo e di esplorazione della coscienza che, per forza, doveva riflettersi anche nei racconti di intrattenimento.

Da qui ho iniziato a mettere in fila altri libri su giocattoli che si animano.

O, quando non sono giocattoli, sono esseri inanimati che si animano.

DISCLAIMER

I contenuti presenti in questo post dedicati a libri su giocattoli che si animano sono frutto di osservazioni personali, ipotesi della mia mente che si nutre di letteratura e che ha il pallino di unire i puntini restituendo delle riflessioni.
Nè qui sul blog, nè su youtube, dove trovare le riflessioni esposte un poco più per esteso, mi sono addentrata troppo nello specifico.

Credo che un tema del genere possa essere approfondito, e che potrebbe essere oggetto di un seminario universitario, poiché su ognun di questi testi si aprono parentesi tonde, quadre e graffe.

Parentesi che contengono analisi specifiche, comparazioni, studi legati ai diversi contesti sociali, culturali, letterari e artistici. 

Perché non ho approfondito? Perché è un lavoro, e come tale necessita di un luogo dove espletarsi e di una modalità corretta per farlo. 
Qu vi offro un assaggio di ciò che può essere. 

libri su giocattoli che si animalo
Fonte: Web

Altri libri su giocattoli che si animano

Prendiamo quei libri su giocattoli che si animano dove davvero ci sono dei giocattoli tout court.

Il maialino di Natale, J.K.Rowling, Salani
Dove un bambino perde il suo amato maialino di pezza e dove un altro maialino (un rimpiazzo, e sul tema del rimpiazzo possiamo aprire un altro thread) si offre di accompagnare il bambino nella terra dei perduti a cercare l’oggetto amato.

Quando arrivi è Natale, Barbara Ferraro- Serena Mabilia, LupoGuido
In cui un peluche viene erroneamente dimenticato a casa dal suo bambino, e decide così di affrontare le difficoltà di un viaggio impervio per poter raggiungere Tobia in tempo per Natale.

Lo straordinario viaggio di Edward Tulane, K.DiCamillo, Giunti
Un meraviglioso classico contemporaneo dove il pupazzo protagonista subisce un’evoluzione incredibile. Egli infatti all’inizio è tutt’altro che personaggio positivo. E’ altezzoso, arrogante, non comprende nè apprezza amore e fortuna. E la vita gli impone questa comprensione attraverso anni di vita in condizioni diversi.
Esplorando sofferenza e pathos, arriva a comprendere il significato più intimo della vita.

E ancora potrei citare La bambola dell’alchimista di Bianca Pitzorno.

Ciò che accomuna questi libri su giocattoli che si animano, è che hanno tutti la presenza dell’infanzia che infonde amore.

Un amore che diamo per naturale: è l’amore di un bambino per il suo peluche che fa sì che egli abbia vita propria e che talvolta restituisca quell’amore che ha ricevuto (un altro esempio: Ellen e il leone di Crocket Johnson.

Però l’elemento inanimato che si anima si carica di diverse accezioni quando invece di un bambino, abbiamo presente un adulto.

Solitamente un uomo (le donne danno vita diversamente).

Qui lasciamo da parte l’amore più puro e abbracciamo uno spettro emotivo spesso più cupo, distorto.

Perché nella storia della letteratura esistono altri esempi di libri su giocattoli che si animano.
O libri su esseri dalle fattezze umane che prendono vita.

L’autore romantico tedesco E.T.A. Hoffman ha dato enormi contributi in questo senso.

Consiglio

automi, bambole e fantasmi di E.T.A.Hoffman nell’edizione L’Orma Editore. 

Non solo attraverso la storia dello Schiaccianoci, dove abbiamo ancora l’infanzia a cogliere la magia di un regno fatato di giocattoli e bambole.

Ma in quelle storie decisamente più perturbanti come Il turco parlante, in cui è presente l’automa di un turco che gioca a scacchi e che disturba profondamente il protagonista del racconto.

Il vero Turco che gioca a scacchi

E’ soprattutto in L’uomo di sabbia che l’inanimato che si anima si connota di tratti cupi.
Compare per la prima volta in questo racconto la figura arcigna di Coppelius, che insidia un giovane facendogli perdere il senno attraverso l’automa di una bambola dalle fattezze di bellissima donna.

Da questo inquietante Coppelius, presentato per la prima volta nel 1815, anni dopo, nella seconda metà dell’Ottocento, nascerà invece la Coppelia dell’omonimo balletto che manterrà l’equivoco della bambola scambiata per bellissima fanciulla e che Coppelius considera alla stregua di una figlia.

Fatevi un giretto su questa pagina di Wikipedia per avere una blanda infarinatura di quanto sia ampio il discorso automi: https://it.wikipedia.org/wiki/Automa_meccanico

In questi libri su giocattoli che si animano si nota la differenza sostanziale che intercorre tra il mondo adulto e il mondo bambino.

Nel mondo bambino l’afflato di vita dato al giocattolo inintenzionalmente ha un’aura di amore.

Viceversa, a muovere il mondo adulto, è qualcosa di diverso.

Nel mondo adulto E’ la mancanza di qualcosa O il desiderio di vuoto da colmare che fa sì che vi sia un desiderio di vita.

Geppetto è un uomo anziano e solo che con Pinocchio acquisisce un figlio.
La Coppelia del balletto è per il padre/creatore una figlia.
Il Coppelius dell’Uomo di sabbia è diverso, esercita un controllo, una perfidia che si abbatte sugli altri.

In tutti questi casi vi è il vuoto.
E se andiamo ancora più indietro,  nel 1818, troviamo un altro esempio di delirio di onnipotenza esercitato da un uomo che gioca a esser Dio, e che anima l’inanimato.

Non si tratta di un giocattolo, ma di un macabro automa che un tempo fu un uomo: Frankenstein di Mary Shelley può essere il prodromo letterario di ogni automa.

E non a caso questo racconto è considerato il padre del genere fantascientifico.

Perché se saltiamo avanti di un paio di secoli, nella fantascienza troviamo un grande topos: l’automa creato da mano umano che a quella  mano sfugge per maturare una coscienza propria, il dubbio, il controllo su di sé.

Ne cito solo due, ma il genere fantascientifico è pieno di esempi.
Io robot di Asimov o il più recente Klara e il sole di Ishiguro.

Perché oltre all’amore e all’ambizione della creazione della vita per mano umana, c’è un terzo grande spunto di riflessione: la coscienza.

La riflessione sulla coscienza può modificarsi a seconda del testo che leggiamo.

Per Pinocchio e per La bambola parlante la coscienza è da vedersi sotto due punti di vista, ovvero dell’essere coscienziosi.

Mentre per il Coniglietto di velluto è la coscienza di sé e del suo vissuto a renderlo vero.
La coscienza di Frankenstein è qualcosa di profondamente doloroso.
E la coscienza di Hoffman…è da intendersi in un senso forse più psicanalitico, come in-coscienza, come ciò che sta sotto il livello della coscienza.

Se poi ragioniamo sul senso del cupo e del dolore, i giocattoli che si animano diventano posseduti, maledetti e assassini quando parliamo di genere horror.

Quanti film, quanti altri romanzi, libri per adulti e bambini hanno dalla loro la presenza dell’inanimato che prende vita?

Perché un percorso su libri su giocattoli che si animano?

Non ho un vero perché.
Leggo tanto, ho una mente che unisce i puntini in modo trasversale, amo la letteratura.
Mi piace cercare in letteratura il perché delle nostre azioni, che il più delle volte non sono mai così recenti e nuove come pensiamo.

Perché la letteratura è lo specchio della natura umana.

E credo che esplorare questa natura attraverso sentieri secondari, amplifica il pensiero.

Qui il video completo

 

 

 

 

 

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