Naufraghi e naufragi di Sinnos è uno di quei libri che quando li leggi, non solo tiri tardi per finirli, ma quando li hai finiti non vedi l’ora di proporli a chiunque.
Nella premessa, Anna Vivarelli scrive:
ma si può naufragare anche tra le nuvole, nelle vie di una città, in un deserto, dentro una passione amorosa, si abbandona la terraferma , si naviga in mare aperto, ci si imbatte in uno scoglio o in una tempesta, si sbarca si un’isola ignota, ci si perde e ci si ritrova.
COmunque vada, non si è più gli stessi.
Personalmente, per indicare le difficoltà e le traversie della vita, nulla mi piace più della metafora della navigazione.
Della propria nave che si ha disposizione per solcare i mari.
Dei porti come punti di partenza o come rifugio, o come prigione.
E dei moti del mare come la vita che succede.
Naufraghi e naufragi di Sinnos racconta la storia di uomini che sono precipitati in mare e che in qualche modo hanno dovuto lottare e resistere.
A volte riuscendoci, altre volte no.
Sono storie di naufragi veri, ma che hanno il sapore della metafora umana.
Questo libro scritto da Anna Vivarelli e illustrato da Amedeo Macaluso racconta, anche nelle sue parti più tragiche, l’aspetto più ammirevole dell’essere umano: la tensione alla vita.
Il motivo per cui ho amato Naufraghi e naufragi di Sinnos è proprio per la grande presenza di profondità umana.
Come la tensione alla curiosità, quell’hybris che ha caratterizzato il viaggio (e il naufragio) più famoso della letteratura occidentale, quello di Ulisse.
Curiosità che si tinge di ambizione e che talvolta si corona di successo, altre volte spinge al fallimento.
Esiti che sanno di illogica tragicità.
Ma la caratteristica più bella che emerge dalle storie racchiuse in questa preziosa raccolta che è Naufraghi e naufragi di Sinnos è l’ingegno umano.
Di che cosa parla Naufraghi e naufragi di Sinnos?
Di vite di persone che sono naufragate.
Persone, esploratori, soldati, uomini di ogni epoca storica.
Si va dagli avventurieri della nave Endurance a quelli del dirigibile Italia (non si naufraga solo dalle navi, si precipita anche dal cielo).
Ci sono le disgrazie marittime occorse ai soldati romani durante le guerre puniche e c’è la vicenda, emblematica dell’ottusa smania di grandezza regale, del vascello svedese Vasa, naufragato il giorno del varo a pochi metri dalla riva.
C’è la baleniera che ha ispirato Moby Dick, e quindi la rincorsa dell’uomo alla lotta vana contro qualcosa di gigantesco.
C’è la storia dell’uomo che ha ispirato a Defoe il suo Robinson Crusoe.
Spoiler: era un corsaro scozzese dal carattere talmente brutto da finire per essere abbandonato dal suo capitano su un’isola deserta.
Poi c’è la splendida storia di Louis Zamperini.
Dire che la sua vita sia stata intensa è riduttivo, ha anche ispirato il film Unbrocken.
Qui un link alla vera storia di Zamperini.
Storie in cui dal conosciuto si finisce nello sconosciuto.
Ad essere non conoscibile è il luogo in cui si precipita ma anche il futuro che ci riserva una situazione di tragica emergenza.
Eppure è qui la grande forza di Naufraghi e naufragi di Sinnos, un libro che racconta anche fatti tragici, ci sono morti, ma ci sono anche tante storie di speranza.
Si sottolinea quella capacità straordinaria dell’uomo di riuscire a sopravvivere, cioè di usare il proprio intelletto e non soltanto affidarsi all’istinto per riuscire a venire fuori dalle situazioni più disperate
Si sopravvive anche grazie alla fortuna, ma grazie all’ingegno e alla forza d’animo che rappresentano l’afflato vitale tutto umano che ci contraddistingue.
E’ quella forza vitale che permette agli uomini di farcela: di resistere due mesi nell’oceano, di inviare le proprie coordinate nonostante il pezzo di ghiaccio su cui si è finiti continua a spostarsi per chilometri, di stare soli con sé stessi per anni rimanendo fedeli al proprio essere.
E anche di credere in una causa folle, ma che rappresenta il valore più prezioso al quale aggrapparsi per resistere.
Sono storie di grande ingegno e umanità, anche nei suoi aspetti meno ammirevoli.
Naufraghi e naufragi di Sinnos è un libro per ragazzi che consiglio a partire dai 10 anni ma senza alcuna limitazione: lo consiglio tantissimo anche agli adulti.
Lo consiglio ai lettori forti o ai lettori curiosi curiosi di storie vere, indipendentemente dalla fascia di età.
E’ un libro agile, veloce, la lettura è facilitata sia dal carattere ad alta leggibilità sia dalla presenza di illustrazioni.