Il grande viaggio della piccola Angelica

Il grande viaggio della piccola Angelica e lo storytelling

Avete anche voi quella capacità, a mio avviso straordinaria, di saper vagare con la fantasia al punto di estraniarsi totalmente dal mondo?

Lì fuori è tutto in vociare indistinto, magari noioso, ma dentro la vostra testa c’è un mondo incredibile di idee, forme, colori.

Si dice anche “sapersi fare i film”.

Il grande viaggio della piccola Angelica è un albo illustrato che racconta benissimo la capacità di “farsi i film”.

E dimostra quanto potenti siano gli albi illustrati nel mostrare in poche pagine qualcosa che ad alcuni può apparire banale, ad altri incredibile, ad altri ancora un’inutile perdita di tempo.

Il grande viaggio della piccola Angelica è un albo illustrato edito da Gallucci, illustrato da Charlotte Gastaut e tradotto in Italia da A.Marcigliano.

Ci mostra la piccola Angelica nella sua cameretta.
Da fuori si avverte chiaramente la voce, un po’ petulante, della mamma che chiede ad Angelica tutta una serie di cose noiose.
Angelica si perde, non arriva, vaga con la mente e la mamma là fuori sta perdendo la pazienza.

Pochi tratti in poche pagine suonano come quel vociare cui tanto siamo abituati che però si fa via via più ovattato e lontano.

Il grande viaggio della piccola Angelica

In pochissimo spazio vediamo in azione la capacità di Angelica di estromettere quelle parole che si fanno più rare per lasciare posto ad una foresta fantastica.

Il grande viaggio della piccola Angelica inizia dove finisce la quotidianità.

Angelica, abbandonato il solito tran tran e la sua cameretta si avventura in un mondo verde, rigoglioso e magico, quello della sua fantasia.

Si passa da un cielo pieno di nuvole a un parato fiorito, da foresta lussurreggiante a un mare di sirene.

Piano piano poi, si fa ritorno alla realtà.

Il grande viaggio della piccola Angelica

Perché leggere, da bambini e a maggior ragione da adulti, Il grande viaggio della piccola Angelica?

1.Perché l’esercizio della fantasia, così facile nei bambini, è altrettanto prezioso per gli adulti.

La disciplina che ci si da quando si decide di tagliare fuori il mondo per ritagliarsi uno spazio mentale è qualcosa che l’adulto deve riscoprire, allenare, praticare.

Ne può beneficiare in qualsiasi ambito, dal lavoro alla gestione della quotidianità.
La creatività in parte è insita nell’essere umano, ma in parte la si può allenare e sviluppare.

2.Per le illustrazioni e per la fattura.

Le sole parole presenti nell’albo illustrato sono quelle ripetute, urlate e petulanti della mamma di Angelica. Le troviamo solo all’inizio e alla fine. Per tutta la durata del racconto non ci sono parole ma solo immagini ricche di porzioni quasi monocrome che ci portano dall’azzurro del cielo al verde della foresta sino al blu del mare. E non è tutto: le pagine sono intagliate, alcune sono realizzate in carta da lucido per creare un effetto di vedo e non vedo che prepara alla meraviglia. Mentre animali e esseri fantastici sono realizzati con colori quasi fosforescenti.

3.Il grande viaggio della piccola Angelica si legge come un cortometraggio, e si rifà ad un altro grande viaggio della storia della letteratura per ragazzi: Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak.

Dal resto, il titolo originale del capolavoro di Sendak è Where the wild things are…Le cose selvagge stanno là, lontane dalla realtà.

4.E’ sostanzialmente un silent book, ma lo storytelling che si dispiega vale più di mille parole ben accostate.

Ecco perché consiglio spesso, ai professionisti della parola, di leggere gli albi illustrati, dove le parole sono poche e si contendono lo spazio della narrazione con le immagini.

5. L’esplorazione della parola, del mondo esterno in rapporto al mondo interno, il dare corpo e forma al proprio immaginifico mondo interiori sono elementi che si possono prestare a molti lavori legati al gruppo, al singolo, alle artiterapie.

Il grande viaggio della piccola Angelica

Trovo che un albo illustrato come Il grande viaggio della piccola Angelica possa essere uno strumento didattico a servizio di professionisti, creativi, insegnanti, adulti che lavorano nel teambuilding e nello sviluppo delle risorse.

Troppo azzardato?

Non credo, se lo pensate è perché non conoscete bene il mondo degli albi illustrati.

Per maggiori info, per uno scambio di idee o per un brainstorming scrivetemi!

2 Comments

  1. mary marilungo

    Questo albo ha catturato la mia curiosità di mamma, zia e insegnante di scuola dell’infanzia…
    Non so a dire il vero se per la scuola dell’infanziaa sia adatto o meno… Io lho visto e ho pensato a mia nipote di quasi 8 anni che inventa e racconta storie… Si immedesima in personaggi di altre storie ecc.
    Secondo te è un albo per la lettura autonoma da parte del bambino ?

    1. Stefania

      Ciao Mary, io direi che è proprio perfetto nella lettura autonoma perché così non si forza l’interpretazione.
      Se poi mi parli di una bambina dalla fervida immaginazione credo proprio ci si ritroverà!

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