Post originale del 29 settembre 2019, rieditato a settembre 2020 e a ottobre 2021.
Per me albi illustrati e fotografia è un connubio inevitabile che unisce
le mie due anime.
Con albi illustrati e fotografia intendo quegli albi che includono la fotografia come linguaggio espressivo del racconto.
Ma anche come suggestione inserita all’interno della trama.
E come spunto di partenza per (di)mostrare quanto la narrazione per immagini dell’albo illustrato possa includere numerosi stili e linguaggi.
Vi voglio raccontare di alcuni albi illustrati che secondo me riescono a mostrare come l’accoppiata albi illustrati e fotografia possa declinarsi in modi diversi, sempre però con una finalità narrativa specifica.
E per stimolare quindi il lavoro creativo: quello che si fa per se stessi o per gli altri.
La fotografia nell’albo illustrato diventa una narrazione vera e propria, smettendo di essere una semplice tecnica.
Questi albi illustrati e fotografia vedono il linguaggio fotografico modellarsi così:
- come linguaggio espressivo originale che si mescola all’illustrazione;
- immagini di altri tempi, decontestualizzate, e caricate quindi di un altro significato;
- come osservazione della realtà da un punto di vista insolito trasformato poi in una nuova forma narrativa;
- la fotografia come suggestione
inseguendo i segni del cielo, A. barbaglio, Valentina Edizioni
Ciò che succede in questo albo illustrato è che la fotografia si fa mezzo che da una forma (e un significato) al mondo
Ad affascinarmi moltissimo è l’idea di base che soggiace dietro tutte le fotografie.
Perché i segni del cielo del titolo sono fotografie del cielo, scattate dalle strade di una città di modo che i palazzi e i tetti modellino con la loro presenza i contorni del cielo stesso.
Creando così forme originali che la fantasia dell’autore (o dell’osservatore) possono interpretare e usare all’interno di una storia.
Le forme del cielo sembrano costellazioni, oppure mappe, oppure esseri strani e un po’ futuristici.
Più di tutti, tra gli albi illustrati che vi propongo, Inseguendo i segni del cielo si presta per un lavoro volto a guardare la realtà con occhi diversi.
Addirittura a riscoprire la realtà: tutti abbiamo fatto il gioco di trovare una somiglianza alla nuvola, perché non farlo anche con qualcos’altro?
Un’idea di utilizzo della fotografia a scopo narrativo che si può fare a scuola, nel tempo libero, in arteterapia, da soli o in gruppo.
Per riscoprire la creatività.
Questa notte ha nevicato, ninamasina, topipittori
Guardare la realtà.
E poi filtrarla con la fantasia.
E’ così che ha fatto Nina Masina quella mattina d’inverno di qualche anno fa.
Milano si era risvegliata sotto una bella coltre di neve e Nina decise di prendersi il suo tempo, di andare al lavoro a piedi e di scattare tante foto di questa ovattata e candida città, ormai totalmente trasformata.
Dopo la serie di fotografie è diventata una narrazione autonoma, che si è completata grazie alla voce di qualche parola e di qualche illustrazione che, sovrapposta alle immagini fotografiche, vanno a comporre un racconto nuovo
L’albo illustrato Questa notte ha nevicato, edito da Topipittori, è quindi l’esempio di come un progetto fotografico possa diventare un racconto in cui la fantasia fa capolino da dietro l’angolo.
Ispirandosi a questo albo, si può prendere esempio per costruire un progetto e dargli forma grazie alla commistione di diversi linguaggi espressivi.
sonno gigante, sonno piccino, sagramola-quarenghi, topipittori
In questo albo il bianco e nero del passato si mescola al colore del presente ma la sua genesi parte da lontano.
Le fotografie che compongono l’albo illustrato arrivano da un vecchio album di famiglia e si collocano sulla pagina proprio come si collocherebbero su un album d’altri tempi.
Fotografie in bianco e nero di situazioni famigliari, immagini di una quotidianità (quella degli anni ’50?) incorniciata in quei bordi bianchi zigrinati tipici di una volta.
E l’illustrazione?
L’illustrazione irrompe intorno a quelle immagini dando corpo alle parole di una piccola filastrocca, quella che dà il titolo all’albo, e che qualcuno sta cantando ad un bambino che proprio non vuole dormire.
Questa sera sul cuscino
non trova sonno il mio bambino
forse si è perso in un posto lontano
forse ha preso l’aeroplano
forse è andato a fare un giro
forse ha incontrato un ghiro
[…]
sonno gigante sonno piccino
scivola accanto al mio bambino
prendilo in braccio, convincilo piano:
dormire di notte non è così strano!
L’illustrazione trasforma le immagini di una vacanza, di un ritratto, di una foto di famiglia in un roboante viaggio su un aereo giallo.
Un ghiro gigante, un enorme polpo rosa, una sciarpa svolazzante, una stella luccicante: le fotografie si colorano di quegli elementi fantastici che la filastrocca porta in vita.
Sperando di accompagnare il bambino verso un sonno beato.
Se l’albo illustrato rappresenta, come narrazione, una poetica filastrocca adatta anche ai più piccoli, nella sua forma è invece una commistione di linguaggi e di intenzioni che creano alla fine un prodotto originale.
Di intelletto e manifattura.
Un albo illustrato che può ispirare una sfida allettante: prendete le vostre fotografie di famiglia, cercate un’intenzione, trovate un destinatario, create il vostro album.
Vi è poi una particolare categoria di albi illustrati e fotografia in cui la fotografia non è un linguaggio vero e proprio, ma è una suggestione poetica.
Lo sono i prossimi tre…
Chiuso per ferie, di Maja Celia, Topipittori.
Uno dei miei albi illustrati preferiti.
Siamo in una casa, dove la famiglia che la abita sta per partire per le vacanze.
Fatti tutti i controlli di routine, la famiglia si getta un’ultima occhiata alle spalle e poi chiude la porta.
Noi siamo dentro casa e per un attimo sentiamo il silenzio, avvertiamo il buio sospeso di una casa lasciata sola.
Ma le fotografie incorniciate che si trovano sopra un mobile d’improvviso si animano, e le persone che compaiono nelle immagini si liberano dalla cornice e dal supporto e iniziano scorrazzare liberamente per la casa.
Salvo rientrare al loro posto proprio prima che la famiglia faccia il suo ritorno.
Se un bambino può godere di questa storia per gli elementi di fantasia che vanno a popolare una situazione abbastanza banale, a me colpisce la portata emotiva che può avere sull’adulto.
La prima volta che ho sfogliato la pagina delle fotografie immobili, passando alla pagina dove le fotografie si animano, mi sono commossa.
Perché la prima cosa che ho pensato è che quindi la realtà delle fotografia è un realtà parallela alla nostra che vive protrae quel frammento di tempo per sempre.
Come dire: se sei felice in una foto, lo sarai per sempre.
Almeno in quella foto, in quell’istante di eternità.
Ammetto di aver filtrato completamente la storia da questo mio punto di vista, a metà tra il malinconico e il filosofico.
Ma l’albo illustrato è questa cosa qui: è saper essere piacevole per un bambino, ed è saper essere prezioso per un adulto che lo legge attraverso il suo vissuto.
In questo caso ho inserito Chiuso per ferie nella serie di albi illustrati e fotografia per come la fotografia diventa pretesto nell’esercizio della fantasia, pur non essendo presente come tecnica vera e propria.
Piccolo in città, Sidney Smith, Orecchio Acerbo
Questo albo illustrato potrebbe tranquillamente essere composto di sole fotografie.
Ha pochissimo testo, è quasi un silent book.
Eppure il montaggio, la sequenza, la tipologia di immagini squisitamente di street photography, il dipanarsi silenzioso per sola narrazione iconografica lo rendono uno stupendo reportage.
Ne ho parlato molto meglio qui.
Immagina, E.W.Martin, Terre di mezzo
Immagina, come suggerisce lo stesso titolo, è un albo illustrato che serve a inventare, immaginare.
A ispirare.
Si compone di illustrazioni, bigliettini, frammenti di frasi che arrivano da chissà dove, che parlano di chissà quale vita.
Tutto rimane in superficie e per immergersi lo sforzo è lasciato a chi osserva.
E la fotografia dove resta?
In quei bigliettini, in quei frammenti che tanto ricordano quelle vecchie scatole dal passato che si aprono e che lasciano chi esplora a domandarsi “chissà chi erano queste persone, chissà cosa stavano facendo…”.
Di Immagina ho parlato anche qui.
La vita nascosta delle cose (foto di Fabio Gervasoni), Sabir Editore
Muovendosi tra la piccola quotidianità, il gioco della fantasia e la pareidolia, questo albo illustrato trasforma oggetti normali, addirittura banali, in autentiche storie.
Un cavatappi diventa un aeroplano, all’insegna di questa “caccia al tesoro tra i cassetti di casa”.
Che cosa trasforma la quotidianità?
E’ la capacità di “vedere”.
In questo caso fotografia e illustrazione rappresentano un altro rapporto dialogico: quello della creatività e della realtà.
In La vita nascosta delle cose l’illustrazione sta alla creatività (intesa come quella capacità di guardare con occhio diverso) così come la fotografia sta alla realtà.
Qui un approfondimento.
Io sono foglia, con Angelo Mozzillo, Bacchilega Edizioni
Di questo albo ne ho parlato anche qui.
Anche in questo caso il rapporto tra fotografia e illustrazione è un gioco di trasformazione della realtà attraverso la fantasia.
Foglia è una foglia è una foglia è una foglia…
Oppure no?
Prendi una foglia, mettila su un foglio (!) e donale nuova vita.
Può diventare davvero qualunque cosa, basta non porsi il limite.
Ecco.
Questo mi piace di fotografia e illustrazioni: sono due linguaggi espressivi che, se usati con ironia e creatività, spostano i confini un po’ più in là…
Termino con un saggio pubblicato nel settembre del 2021 nella collana Topipittori Topi Immaginari.
Infanzia di un fotografo, Massimilano Tappari, Topipittori
Questo è un libro rivolto sicuramente a un pubblico adulto.
Adulto che ama la fotografia o adulto che lavora con i ragazzi o in generale con la creatività.
La cifra stilistica di Tappari infatti è proprio quella di saper cogliere la meraviglia nel quotidiano.
In questo senso le sue suggestioni, 172 brevi brani attraverso i quali Tappari racconta la sua infanzia e la sua formazione come osservatore di stupore e di creatività, possono essere uno stimolo per creare, per incentivare l’osservazione.
Un ottimo esempio della sua poetica del quotidiano sono le fotografie che inframmezzano il testo, chiaro esempio di come una prospettiva insolita sia a portata di mano se solo si impara a guardare.
Guarda! J.Meyerowitz, ContrastoBooks
Un piccolo viaggio in alcune delle più note fotografie diventa l’occasione non solo per raccontare un pizzico di storia della fotografia, ma per (di)mostrare come i punti di vista siano molteplici.
Si fotografa scegliendo un punto di vista, un’inquadratura, un’angolazione, una porzione di realtà, ecc.
Chiudo la mia panoramica di albi illustrati e fotografia con una fotografia personale, che appartiene ai miei nonni paterni e che li vede guardarsi e (sor)ridere di qualcosa sotto gli occhi di una montagna.
Una fotografia che da sola è carica di storia, di domande, di impressioni che sorgono spontanee anche in chi non ha legami affettivi con le persone rappresentate.
E che ora sappiamo può diventare (s)punto di lettura per una storia e per un libro.
Per un esercizio creativo e per lo sviluppo della propria capacità di osservare la realtà giocando con la fotografia.
Cosa può diventare quella foto? In quale storia possiamo inserirla?
E che cosa possiamo raccontare prima e dopo? Con quale altro linguaggio possiamo farla dialogare?
Per altri articoli su illustrazione e fotografia ecco qui un altro post sul mio blog
e un progetto che porto nelle scuole.