In più occasioni ho ripetuto che da una passione forte come quella per i libri può nascere anche un lavoro.
E se non è il lavoro principale, diventano il motore di una forte passione che può accompagnarsi per la vita.
Il libro è una fiammella, e questa fiammella può divampare accendendo una passione.
O anche solo illuminando qualcosa che prima non si vedeva.
Con la serie di interviste Spunti di Lettura, vado alla scoperta di quelle persone che in qualche modo, a un certo punto della loro vita e del loro percorso, della loro professione, hanno creato qualcosa di nuovo.
E nei casi di cui vi parlo, la lettura, la conoscenza, i libri, sono un filo conduttore.
“Divampano perché trovano materiale infiammabile”.
Federico Serrani è un brand.
Ma prima è stato una persona, la cui storia l’ho sentita dalle parole della nipote, Stefania Quintajè.
Federico Serrani era il suo bisnonno, un ciabattino delle Marche.
Lei è un avvocato, ed è anche una docente, una collezionista e una piccola imprenditrice che realizza borse fotografiche e per computer di notevole fattura artigianale
Cosa c’entrano i libri?
Intanto sono stati l’occasione del nostro incontro.
Ho conosciuto Stefania un giorno in libreria: cercava qualche idea per le sue borse fotografiche le cui collezioni hanno sempre dei libri come punto di partenza e di ispirazione.
E infatti le sue borse fotografiche, che partono dall’assunto che, anche se sono strumenti di lavoro, non è detto debbano essere brutte (e quelle tradizionali sono orribili, fidatevi!).
E sono ispirate ad autori, a classici, a mondi evocati dalle pagine
Agatha Christie, il Conte di Montecristo, Emilio Salgari, sono le ispirazioni che si trovano dietro la realizzazione di alcune collezioni di borse Federico Serrani
Due parole con Stefania e mi mette in una sola frase fotografia, libri e ispirazione.
Si chiama come me.
E mi racconta del bisnonno Federico Serrani, fortemente legato al mondo della calzatura marchigiana. Io ho un bisnonno che è stato tra i nomi più importanti del mondo calzaturiero a Vigevano.
Un sacco di affinità insomma. E poi mi racconta:
“Ogni collezione è ispirata ai libri e sui libri sono costruiti i progetti, dalla scelta dei colori agli shooting fotografici. Lo devo al mio bisnonno che era un grande amante della lettura, quello che guadagnava lo spendeva in libri…”.
Questa storia, l’unione di due mondi che amo, la passione di Stefania, la sua curiosità che cerca di saziare andando a interrogare i libri e osservando il mondo in una prospettiva che va dalle radici al cielo, mi hanno conquistata.
La costante ricerca, il viaggio, le suggestioni che partono dalla pagina scritta per farsi pensiero e infine trovare una via totalmente nuova mi hanno affascinata.
E poi dai…libri e fotografia!
Ecco la storia di Stefania Quinta: una persona poliedrica che un giorno ha deciso di rendere omaggio alle sue radici, territoriali e famigliari, andando a cercare le scintille tra gli scaffali…
Federico Serrani
Chi è Stefania? Quali sono le sue (tante!) anime?
Stefania fa molte cose diverse, quindi in teoria questo potrebbe significare che ha tante anime.
Sicuramente ha parecchi capitoli che raccontano momenti diversi.
Sono nata nelle Marche, ho ricevuto una educazione classica ed onnivora grazie (ed a causa) della mia curiosità continua.
Ho sempre pensato che avere una conoscenza anche basica di alcune arti e materie sia sempre utile per decodificare il mondo in modo autentico ed indipendente. Ho studiato pianoforte, pittura, e da piccola ho iniziato ad approfondire le lingue straniere, mentre finivo il liceo; mi sono trasferita a Roma per studiare legge ed ho poi viaggiato molto per studio e per lavoro. Sono approdata in Svizzera alcuni anni fa accettando un lavoro nel mio settore, quello legale. Sono un consulente legale di impresa e sono specializzata in privacy, Information technology ed healthcare.
E’ un lavoro che amo molto e che mi permette di confrontarmi con persone straordinarie di tutto il mondo.
Sono sicuramente una grande appassionata d’arte classica; sono una collezionista di tutti i possibili memorabilia esistenti della Olivetti e del suo capitano di industria Adriano, che ammiro moltissimo.
E naturalmente, anche grazie a mio marito, che è un fotografo professionista (Filippo Fior, ndr), sono amante della fotografia.
…e chi era Federico Serrani?
Federico Serrani era il mio bisnonno materno.
Non ho avuto la fortuna di conoscerlo per motivi anagrafici, ma ne ho sempre sentito molto parlare, in famiglia, come di un uomo colto e curioso. Era un ciabattino di grande fama.
All’epoca, la mia zona di origine tra Montegranaro e Monte San Giusto, iniziava a vedere la nascita di piccole botteghe artigiane di calzatura. Alcune sarebbero diventate poi grandi aziende conosciute nel mondo.
Federico spendeva una parte dei suoi guadagni per migliorare la propria cultura; autodidatta, metteva da parte per comperare libri.
Amava molto quelli di viaggi ed avventura.
Come si sono uniti questi due percorsi? Ovvero, da dove nasce l’idea di Federico Serrani il brand?
Il brand nasce da una domanda semplice di mio marito, un giorno che eravamo nelle Marche.
Imparando a conoscere la zona, lo trascinavo (e trascino) a comperare scarpe e accessori nelle aziende locali o negli outlet e vedendone la bellezza un giorno mi dice
“certo, sarebbe bello se potessi avere una borsa fotografica bella oltre che utile. A nessuno di loro è venuto in mente di farne una?”.
Ero da tempo alla ricerca di un progetto in cui mettere creatività ed esperienze diverse; qualcosa in cui vedere un risultato concreto, tangibile, che il mondo delle consulenze non poteva darmi.
Ed ho risposto “se nessuno lo fa, lo facciamo noi”.
Le nostre iniziali sono F ed S.
Volevo rappresentare l’artigianalità, le Marche, la famiglia.
Il nome del bisnonno sembrava essere li’ apposta per noi.
Ho pensato che sarebbe stato bello farlo viaggiare nel mondo, come avrebbe voluto.
Ho parlato con degli artigiani della zona, ci hanno creduto.
E siamo partiti.
Perché l’idea di intitolare ogni collezione a un autore o a un libro specifico?
I libri fanno da sempre parte della mia vita.
Sono il carburante della mia mente ed una delle poche cose che restano sempre con me nonostante i vari traslochi e spostamenti.
Senza mi mancherebbe un pezzo della mia storia, quella che ritrovo in ognuno di quelli che lasciano il segno nella mia vita e raccontano un momento particolare.
Penso di avere preso molto di quello che era Federico, in questo.
Come nasce una collezione? E qual è il percorso dalli’idea alla realizzazione finale? Come si scrive ogni singola storia?
Penso che si debba partire da quello che si ama, per riuscire.
Percio’ ogni mia ispirazione deve partire dai libri.
A cui poi si aggiungono musica, arti visive certo, come un film o una epoca che mi colpiscono.
La ricerca del tema è piu’ proficua se accompagnata da un viaggio o una esperienza.
A me piace molto parlare con le persone del posto, quando sono in viaggio (di lavoro o piacere); è una continua caccia al tesoro nella bellezza locale. Mi aiuta a mettere insieme i pezzi del puzzle.
C’è una fase di scrittura del tema e di pianificazione di quello che vogliamo raccontare con le collezioni.
Poi si parla con gli artigiani che ci supportano per iniziare i primi campioni e si arriva alla finalizzazione dopo una serie (lunga e complessa) di interazioni e scambi.
Alle foto pensa mio marito, io mi occupo della commercializzazione. Tutti i prodotti hanno uno scopo: borse fotografiche, porta computer… quindi c’è sempre una fase di test, prima di finalizzarle le consegniamo a chi le usa davvero e in cambio ci dicono cosa cambierebbero o come si sono trovati.
Che cosa racconta la collezione più nuova?
A causa di questa pausa forzata non abbiamo ancora potuto presentare l’ultimo progetto, dedicato alle storie di Emilio Salgari ed in particolare alla Regina dei Caraibi.
Abbiamo scattato in Costa Rica, dove mi trovavo per lavoro; la collezione è molto al femminile stavolta.
Mi piace parlare alle donne indipendenti che non vogliono rinunciare ad una buon estetica nelle borse da lavoro. Sono porta computer super colorate e pratiche, da portare in viaggio ed al lavoro ogni giorno.
Hai già in mente quale sarà la tua prossima storia firmata Federico Serrani?
La pausa forzata ha fatto rallentare l’uscita della nuova collezione, ma sicuramente ci metteremo a lavoro anche per la successiva.
Ho un debito emotivo con l’Odissea di Omero, parto da un classico che ho consumato e che non mi stanca mai.
Ma ci mettero’ qualcosa di contemporaneo, come sempre.
Si capisce che c’è sempre molta attenzione e molto studio in ciò che fai: dove trovi nutrimento per la tua testa?
Il nutrimento per la testa è disciplina ed amore.
Da sempre dedico un’ora al giorno del mio tempo per studiare cose diverse da quelle che faccio. Se non ci incuriossissimo resteremmo sempre uguali, invece siamo in movimento anche quando ci troviamo fermi davanti ad un pc , ad una scrivania.
Io lavoro da remoto da anni. Posso scegliere di accendere il mio computer in campagna, in città, su un’isola, in riva al lago.
Mai senza un blocco di appunti ed una penna.
Il suggerimento per un nuovo libro, una cosa da apprendere ed approfondire puo’ arrivare da chiunque.
Cosa consigli a chi sente il desiderio di fare qualcosa di suo, di creativo, ma che ancora non riesce a tirare le fila?
Di provare. Senza vergognarsi di fallire.
La vergogna e la paura frenano piu’ delle paure economiche. Perché temiamo sempre il giudizio altrui e spesso molti vorrebbero vederci cadere per sentirsi migliori.
Una volta silenziate quelle voci non nostre, bisogna imparare ad amare le proprie idee.
Se senti di essere un imprenditore, nessuno puo’ dirti che non lo sei.
Carta, penna, e mettere giu’ una lista di cose da voler fare.
Quando le cose si visualizzano, alla fine arrivano.
Ma bisogna avere una pazienza notevole. Quella va allenata.
C’è un libro che descrive questo momento?
Io trovo sempre illuminanti le Lezioni americane di Italo Calvino.
Quando descrive le terzine di Dante, non lo fa in modo pedissequamente antologico, ma parla di come sia corretta la descrizione che Dante fa della fantasia.
Francamente credo sia quello di cui abbiamo bisogno oggi; sapere che la fantasia, alla fine, è un posto dove ci piove dentro.
Qual è il tuo prossimo progetto?
Sto scrivendo un libro sulla mia professione di giurista di impresa, vorrei aiutare i piu’ giovani che vogliono provare questo lavoro dando loro qualche dritta di esperienza.
E’ una professione che tutti pensano di sapere come fare, ma che alla fine è un po’ un vestito che si puo’ indossare in molti modi, vorrei condividere il mio.
Spesso mi chiedono in privato tanti suggerimenti, li sto mettendo assieme.
Per la Federico Serrani invece, appena potremo, torneremo a Parigi, dove apriremo ad altre collaborazioni dopo quelle iniziate già a Milano, in Svizzera e New York.
Per scoprire di più su Federico Serrani: https://federicoserrani.com/
Per gli altri Spunti di lettura leggi:
– Intervista a Elinor Marianne
– Intervista alla McMusa