Oggi sono in vena nostalgica, e uno sguardo alla mia libreria (al secondo strado, per l’esattezza), mi ha portato indietro nel tempo.
Molti lettori adulti, se sono stati lettori anche da bambini, avranno dei libri del cuore che appartengono alla memoria affettiva del lettore.
La memoria affettiva del lettore è quella cosa per cui momenti, sensazioni, pagine lette, rimangono impressi nella memoria, vividi come se fossero accaduti ieri.
Io ad esempio riesco a ricordare perfettamente il momento in cui ho realizzato quanto la lettura fosse un processo mentale straordinario.
Certo, a 8 anni non potevo articolare il pensiero usando le parole “processo mentale”.
Ma la consapevolezza per cui la lettura andava in scena nella testa grazie al potere dell’immaginazione, quello sì, è un pensiero che ricordo chiaramente di aver concepito in un pomeriggio piovoso nella casa di montagna di mia nonna.
Oggi mi sono rispuntati tra le mani dei libri per me preziosissimi.
Si tratta dei Mondadori Junior, e di quelle collane degli anni ’90 che si articolavano in:
– Gaja Junior, “avventure al femminile che parlano dei problemi e dei sogni delle giovanissime di oggi, scritte dai migliori autori contemporeanei. Per chi ha superato la soglia degli 11 anni”.
– Superjunior, “Brivido, tenebre, mistero, fantasmi e crature della notte per chi ama la paura da leggere e ha superato la soglia dei 12 anni”.
– Gialli Junior
– Junior +10
Quanto li amavo!
Mi è rimasta una piletta di quei libri, in particolare delle mie due collane preferite, Gaya e Super.
Ho riguardato questi libri con un occhio al cuore (la memoria affettiva del lettore) e un occhio alla testa (l’esperienza di libraia).
Ed ecco un po’ di riflessioni sparse.
Gli autori
Ho riconosciuto autori che sono davvero i migliori “autori contemporanei”: Melvin Burgess e il suo Il rogo è pubbicato ancora oggi.
Christopher Pike campeggia ancora nel settore horror.
Idem per La stanza 13 di Robert Swindells (quanta paura mi faceva solo guardare la copertina!).
La vera storia di Charlotte Doyle è passato dal catalogo Mondadori al catalogo Il Castoro, e ancora oggi lo propongo con particolare trasporto.
Penelope Lively, Natalie Babbit, Philip Pullman, Philippa Pearce…sono nomi che ancora oggi si trovano sulle copertine dei libri in vendita in libreria.
La collana e il catalogo
L’occhio della libraia non può fare a meno di ammirare profondamente la storia della collana Mondadori Junior degli anni ’90, una storia che conosco poco e che vorrei approfondire.
Da libraia mi piacerebbe moltissimo che le case editrici valorizzassero il loro catalogo storico. La nel passato ci sono autentiche perle.
E non sto parlando solo attraverso la memoria affettiva del lettore.
E’ una banalita, è tautologico e lapalissiano, ma una storia bella per davvero, sa essere senza tempo.
Rileggo questi libri e trovo quel piacere puro di leggere, scevro da pensieri, preoccupazioni o altro.
Oggi diremmo che favoriscono la mindfulness.
Le copertine e il rispetto per il lettore
Ammiro moltissimo, ancora di più oggi che ho cognizione di causa, le copertine illustrate di queste collane Mondadori Junior.
In effetti una cosa che non amo molto nel mercato editoriale di oggi, sono le copertine ammiccanti.
Io le chiamo anche “copertine bambinesche”.
Quelle copertine illustrate che, a mio avviso, creano un cortocircuito nella testa del lettore.
A 10 anni c’è una discreta quota di lettori che sono già forti lettori e che quindi operano le loro scelte leggendo la trama, lasciandosi ispirare e magari anche consigliare.
Per i più, invece, la copertina è un importante fattore di attrazione.
Il mio giudizio non è contro la copertina in sé.
Amo profondamente le illustrazioni, credo che l’illustrazione sia la forma d’arte del XXI secolo e, prese così come sono, mi piacciono.
Ma spesso alcune scelte stilistiche non si abbinano per niente alla profondità delle storie raccontate.
La collana Mondadori Junior che porto nel mio cuore e nella mia memoria affettiva del lettore, trattava il lettore con serietà.
Lo considerava un Lettore, passatemi il termine, quasi “adulto”.
Nessuno ammiccava o gigioneggiava al suo cospetto.
Se l’intento della collana Gaja Junior era quello di parlare “dei problemi e dei sogni delle giovanissime di oggi”, tutto manteneva fede a questa promessa: il contenuto e anche la forma.
Oggi i contenuti ottimi ci sono, chi segue questo blog e i miei entusiasmi lo sa bene.
E però non mi ha mai convinto del tutto la scelta di gigioneggiare con le copertine dei libri.
Ovviamente non parlo di tutte.
Ricordo benissimo che quando prendevo per le mani quei libri, mi sentivo “grande”. Forse anche perché, a dispetto di quanto riportava la descrizione in quarta di copertina (libri per chi avesse passato la soglia degli 11/12 anni), io ero più piccola.
E qui apriamo la parentesi età…
L’età del lettore e la libertà di scelta
A prescindere dalle collane che ho amato, sulla questione dell’età si mescolano i pensieri frutto dell’esperienza di libraia e i sentimenti della memoria affettiva del lettore.
Quei libri che vedete nelle foto, consigliati per un pubblico di 11 o 12 anni, li ho letti tra gli 8 e i 10 anni.
Ringrazio i miei genitori che non hanno mai posto limiti alla mia curiosità di lettrice: sono sempre stata libera di scegliere.
Quello che oggi vedo succedere sempre troppo poco.
Gli adulti hanno paura del libro sbagliato, e con libro sbagliato non pensano alla storia che può non piacere.
Temono molto di più che un libro indicato per i 12 anni possa finire nelle mani di un bambino di 10 anni.
E allora?
Se un lettore sente che quel libro non è adatto (non lo capisce, non gli piace, non lo prende, lo angoscia), può chiuderlo.
E passare a un altro.
I libri, fortunatamente, non scadono.
Riguardando i miei libri Mondadori Junior, mi sono soffermata su questi tre in foto, e mi sono immaginata nell’atto di proporli al cliente medio.
Verrei fulminata.
Il libro spaventa ancora tanto chi non lo conosce.
Il gusto, la curiosità, la libertà di scelta sono tre fattori fondamentali nell’approccio alla lettura, molto più che l’età.
Il limite lo trova da sé il lettore.
Io amavo l’horror e mi ci crogiolavo, ma è naturale che ci siano lettori che ne hanno paura.
La sensibilità va esplorata, conosciuta e quindi rispettata.
Con questo non voglio dire che le indicazioni d’età non vadano tenute da conto, sono importanti.
Ma non devono essere limitanti.
Sulla paura che alcuni libri generano, vi consiglio come sempre l’utilissimo Ci piace leggere! di Add Editore, rivelatorio per molti aspetti.
E in senso contrario, vi consiglio Perché dovresti leggere libri per ragazzi anche se sei vecchio e saggio di Katherine Rundell. Perché il limite dell’età funziona anche all’incontrario, e troppi adulti si perdono il piacere della letteratura per ragazzi, troppo convinti che ci sia un’unica direzione di lettura.
Non è così.
La libertà di scelta stimola la curiosità, la capacità di giudizio, costruisce il senso critico e getta le fondamenta per la propria memoria affettiva del lettore.
Insomma.
Oggi ero in vena nostalgica, una virata che mi sono concessa per non abituarmi troppo alle preoccupazioni che in questo momento fioriscono.
Ho guardato ai libri, la mia ancora di salvezza in ogni momento, e quando mi sono soffermata sulla mia amata piletta di Gaja Junior e Super Junior li ho osservati con un occhio diverso.
Credo che l’amore per i libri percorra sempre, per tutta la vita, strade diverse, dalla memoria affettiva del lettore alla pratica quotidiana nel lavoro.