La scimmia dell’assassino si chiama Sally Jones.
E’ un romanzo che sta benissimo sullo scaffale insieme a personaggi come Long John Silver, Phileas Fogg e Montecristo.
Il romanzo, decisamente corposo, è edito da Iperborea nella collana I Miniborei, è scritto e illustrato da Jakob Wegelius e tradotto da Laura Cangemi.
La scimmia dell’assassino è un romanzo d’avventura NEL senso PIù classico del genere.
Chi è La scimmia dell’assassino?
La scimmia si chiama Sally Jones e l’assassino sembra chiamarsi Henry Koskela, più noto come Il Capo.
Sally Jones è una gorilla.
Non parla ma capisce tutto.
La sua storia la racconta lei, scrivendola a macchina.
E’ abile con le mani tanto quanto lo è con la mente.
Ed è leale, ha un forte senso di giustizia, di libertà e un’enorme sensibilità
Il Capo è il suo amico.
E non è un assassino, ma un grande equivoco darà il via alla vicenda.
Come nei migliori feuilleton.
Qualcuno di voi, amanti di albi illustrati, avrà riconosciuto quel nome: Sally Jones.
Sì, è lei.
La protagonista di un albo illustrato di Orecchio Acerbo scritto e illustrato anche allora da Jakob Wegelius.
La scimmia dell’assassino, e più in particolare, Sally Jones, è un esempio di personaggio che vive nella letteratura.
Che esiste nelle storie e che si sposta tra generi e formati diversi.
La scimmia dell’assassino si apre con una galleria di 17 personaggi.
Personaggi che Sally incontra nella sua avventura che dal Portogallo la conduce fino in India e ritorno.
Quando il romanzo inizia, riprende da dove Sally Jones e Koskela erano rimasti, nell’albo illustrato di Orecchio Acerbo: in giro per il mondo a bordo della Hudson Queen.
E poi a Lisbona dove, per questa avventura, tutto inizia e tutto finisce.
Ma come dicevamo, come nei migliori feuilleton, un equivoco scombina la tranquilla routine di Sally Jones e del Capo: questi viene infatti accusato ingiustamente di omicidio e incarcerato.
Sally Jones, vista sul luogo del presunto delitto, viene additata come La scimmia dell’assassino.
Dopo giorni e giorni nascosta tra tetti e gli abbaini di Lisbona, Sally Jones viene attirata da un bellissimo canto: è Ana Molina, una giovane donna che vive da sola e che ha una voce bellissima, soprattutto quando canta il tipico fado portoghese.
Ana accoglie in casa sua Sally Jones, le dà amore e amicizia.
Ma qui siamo davanti a un romanzo d’avventua.
Un corposo romanzo di avventura da 530 pagine.
Darne approfondita recensione è impossibile.
Vi dico solo che Sally Jones senza il Capo si sente molto sola.
Lei sa, ha visto che non è stato il Capo a compiere l’omicidio.
Ma non sa come dimostrarlo.
Finché un giorno qualcosa la spinge a cerca la verità da sola.
Per farlo si imbarcherà su una nave mercantile, rischierà di essere uccisa, verrà venduta a un Marahjah.
Del Marahjah diventerà la spia nel suo harem e poi la pilota ufficiale del suo aereo privato.
Sally Jones è un crossover perchè la sua atmosfera d’avventura di altri tempi parla al lettore che ha amato Verne, Salgari, Stevenson.
Quindi sicuramente parla al lettore adulto.
Ma è un libro per ragazzi perché instaura un patto con il giovane lettore: seguimi, dice Sally Jones, e non smetterai più di leggere.
Direte: come è possibile che un libro da 530 pagine sia per ragazzi?
Perché, come un feuilleton, è strutturato in capitoli brevi e in una narrazione episodica.
Adatta anche per una lettura a puntate…
La scimmia dell’assassino ha già avuto notevole successo all’estero.
E’ stato tradotto in quindici paesi, è stato tra i libri selezionati dal White Ravens International Youth Library (il catalogo annuale di letteratura per bambini).
Ha già vinto numerosi premi internazionali.
La casa editrice ha iniziato molto presto a parlare di questo libro con i librai.
Ha senso che io vi riporti qui le parole della traduttrice Laura Cangemi:
è prima di ogni altra cosa un romanzo d’avventura che potrebbe essere affiancato, per ritmo e struttura narrativa, a classici come L’isola del tesoro, ma nello stesso tempo ricorda recenti libri nordici di grande successo come Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson.
In comune con questi ultimi ha la base fondante della skröna nordica, una narrazione inverosimile e molto ironica che, nonostante le palesi esagerazioni e le rocambolesche avventure del protagonista principale, porta a una conclusione in cui tutte le tessere finiscono al loro posto.
Il fine ultimo della skröna è quello dell’intrattenimento, e sotto questo aspetto La scimmia dell’assassino non delude: le vicende di Sally Jones sono così coinvolgenti che riesce difficile mettere giù il libro, e riprenderlo in mano è ogni volta un piacere.
L’abilità di Wegelius sta nel rendere emozionante la storia senza far venire troppa paura agli eventuali lettori bambini: quando anticipa che qualcosa andrà storto riesce sempre a comunicare al lettore la sicurezza che alla fine la giustizia trionferà, anche se per arrivarci ci vorranno 500 pagine di racconto.”
Se dovessi darvi un motivo, uno, per leggere La scimmia dell’assassino, vi farei leggere di nuovo le ultime righe di quello che ha scritto Laura Cangemi.
Fortunatamente La scimmia dell’assassino ha moltissimi motivi per essere letto.
A voi lasciarvi portare via…
Un’altra cosa bella
A partire dall’11 novembre, sulla pagina Facebook della casa editrice, troverete delle audioletture dedicate a La scimmia dell’assassino. Io non vedo l’ora!
Qui il link.