Quel’età nei libri per ragazzi è un questione dibattuta, ampiamente.
Non riesco più a trovare l’originale, ma c’è una storiella zen in cui viene chiesto a un monaco cosa farebbe se trovasse sulla sua strada la statua di Buddha. Il monaco risponde che la venererebbe.
La domanda gli viene nuovamente riposta e il monaco risponde che la distruggerebbe.
Il senso di questa storia è che ciò che per te è importante ti deve guidare, ma devi saper andare anche oltri i limiti.
La questione dell’età nei libri per ragazzi è una spina nel fianco ed è stata dibattuta da molti.
Ci sono blog che sono organizzati per fasce di età e la libreria stessa non può prescindere da questo: gli scaffali sono divisi per generi e per età.
Le età nei libri per ragazzi devono essere un’indicazione.
Ma spesso quell’indicazione diventa un rigido dettame che non permette l’esplorazione, e che soprattutto toglie la libertà.
In questo articolo mi focalizzo soprattutto sulla letteratura per ragazzi, sui romanzi, sul piacere della lettura che diventa tale da rendere chi legge un lettore forte.
Naturalmente si parla (e si dibatte) di età nei libri per ragazzi anche quando si parla di altra letteratura per l’infanzia, come quella rivolta ai più piccoli.
Vi indico altri due articoli che hanno affrontato l’argomento età nei libri per ragazzi con cui mi trovo d’accordo. Qui un intervento di Teste Fiorite e qui uno di MilkBook.
Definire un’età nei libri per ragazzi significa, appunto, tracciare un confine.
Un confine che, come un recinto, dà tranquillità soprattutto agli adulti che accompagnano i lettori: “Tranquillo, qui nei libri per gli 8 anni puoi pascolare sereno sapendo che non troverai nulla di inadatto”.
Ma proprio come un recinto non permette l’esplorazione.
Dal punto di vista professionale, del marketing, del servizio al pubblico è necessario indicare.
Ma dal punto di vista di chi vuole crescere lettori è importante far capire che i recinti si possono aprire.
E che ad aprirli non succede niente.
Almeno non nell’ambito della lettura.
Bisogna ragionare per domande: cosa succederebbe se vostro figlio leggesse un libro che voi ritenete inadatto?
Cosa significa che per voi non è adatto?
Non adatto potrebbe voler dire che è un libro troppo facile o al contrario troppo difficile?
Non vedo grossi pericoli: se è troppo facile misurerà la propria competenza, se è troppo difficile sfiderà sè stesso, riunscendoci oppure lasciando il libro da parte per un altro momento.
Un libro è inadatto perché troppo triste, troppo tragico, troppo pauroso, troppo violento?
Perché diciamocelo: il punto delicato è questo.
E’ che l’adulto che media più delle volte è spaventato dall’idea che i ragazzi possano spaventarsi, soffrire, impressionarsi.
L’adulto medio riflette le proprie difficoltà e i propri limiti sui ragazzi che stanno imparando a farsi un gusto in lettura.
Su questo punto sono molto sensibile, non solo perché il valore catartico della letteratura (tutta, non solo per ragazzi) è stato ampiamente sottolineato da più studiosi.
Leggere di avvenimenti ed emozioni forti, di ambientazioni e situazioni lontanissime alle nostre, è utile tanto quanto leggere di testi, personaggi, sentimenti e situazioni nelle quali possiamo attivare il riconoscimento.
Leggere e vivere per interposto libro, non sono io a dirlo, amplia lo spettro emotivo.
Non significa che leggere Frankenstein o le varianti contemporanee come Mary e il mostro o La buia discesa di Elizabeth Frankenstein spinga il giovane lettore a voler procurarsi cadaveri da dissezionare (mi rifaccio a una conversazione avuta realmente in libreria, ahimè).
Sono particolarmente sensibile sulla questione dei libri horror, ne ho parlato ampiamente qui e qui.
Ho ritrovato di recente Nella cripta con Zio Tibia, raccolta di racconti resi a fumetti, alcuni tratti da autori noti come Lovecraft, Poe, Stoker altri più recenti. Formalmente erano per un target adolescente/adulto, sia per lo stile grafico sia per alcuni contenuti rappresentati.
Ma a me piaceva. Tanto.
Lo leggevo a 9 anni, e ho dei ricordi meravigliosi legati a quel libro.
Lo stesso discorso potrebbe valere anche per argomenti lontani dalla paura, come l’amore e le esperienze sessuali.
Qualche anno fa c’è stato il fenomeno After.
Le ragazzine impazzivano per leggerlo e i genitori il più delle volte non volevano prendere i libri per paura che ci fossero scene “spinte”.
Il problema di After non erano le scene “spinte”, ma che era autentica robaccia. Qualitativamente, per scrittura e per contenuti.
Ma tant’è, mica tutti leggiamo sempre alta letteratura.
Il risultato è che le ragazzine alle quali i genitori non compravano After, arrivavano comunque a leggerlo: di nascosto o preso in prestito.
E trovo che sia un grosso successo della lettura, attirare così a sè un giovane lettore.
Quindi qual è il problema dell’età nei libri per ragazzi?
Il problema è garantire la libertà di movimento e di esplorazione.
Leggere un libro “per i 10 anni” non vieta al lettore di volerne leggere uno per i 7 anni o di voler puntare a Guerra e pace.
Guerra e pace è adatto ai 10 anni? Mi verrebbe da dire di no, ma lasciamo che chi lo ha richiesto lo scopra da solo.
Libertà di leggere quello che si vuole.
Senza limiti.
Perché i limiti bisogna vederli, sondarli, oltrepassarli o scegliere di sentirsi al sicuro nel proprio recinto.
Restare nel proprio rassicurante recinto lo fanno anche i lettori più maturi.
I pericoli più grossi che si corrono leggendo sono risolvibili chiudendo il libro.
Un libro troppo noioso, troppo impressionante, disturbante si può sempre chiudere. Ci si potrà ritornare un giorno, oppure mai più.
Ma se esiste la curiosità nel voler leggere certi libri, assecondatela.
Curiosità e lettura sono un’accoppiata vincente!
Lasciate che i ragazzi leggano libri che voi non dareste loro: sono loro che devono costruire il proprio gusto e formare la propria percezione.
E lo devono fare sperimentando, non per vostra interposta censura.
Voi potete osservare.
Osservare come la lettura si muova è interessante: potete capire e conoscere, muovervi voi stessi in modo liquido tra età e generi.
Potete interessarvi, leggere, avere una vostra opinione un vostro giudizio, anche dei timori, sarà inevitabile.
Potete aiutare i lettori indirizzandoli, perché magari sapete cogliere qualche interesse particolare, ma non siate limitanti né censori.
Ripetiamolo insieme.
Superare limiti quando si legge non provoca danni. Leggere liberamente E’ la più pura libertà.
In un certo senso era uno dei diritti del lettore, per cui leggere non accetta imposizione.
E se le età nei libri per ragazzi diventano imposizione, allora viene meno un diritto.
Provatelo su voi stessi.
Discostatevi dal cammino usuale, se non leggete libri per ragazzi per il vostro piacere, provate.
Se pensate che gli albi illustrati siano solo fino ai 5 anni, datevi la possibilità di ricredervi.
E se lo sapete già, lasciate che i lettori più giovani che avete sott’occhio facciano le loro esperienze.