Parlare di albi illustrati vintage vuol dire addentrarsi in un terreno al limitare tra il collezionismo e lo studio matto e disperatissimo della letteratura per l’infanzia.
E di studio sulla letteratura per l’infanzia i tipi di Pulce Editore ne fanno davvero tanto.
Dopo aver visto uscire, uno di seguito all’altro, La piccola storia dei bambini radice e La piccola storia dei bambini neve di Sybille Von Olfers e Era la notte prima di Natale di Clement C. Moore non ho potuto trattenermi.
Ho contattato Pulce E per farmi raccontare la loro esperienza di ricerca e proposta di albi illustrati vintage.
E così ho avuto l’opportunità di fare una bella chiacchierata con Cristina Petit che della collana vintage è la curatrice.
Un progetto a cui tiene tantissimo, che parte da anni di esperienza personale coniugati allo studio della letteratura per l’infanzia e che mi sono fatta raccontare.
Il progetto di recupero editoriale di tesori provenienti dal passato si chiama C’era un’altra volta, a rimarcare la seconda vita che questi tesori possono avere.
Possiamo riassumere il prezioso lavoro di (ri)scoperta e (ri)proposta in quattro punti salienti.
- La volontà di presentare in Italia dei libri (quasi) mai presentati prima che abbiano senso per la storia della letteratura dell’infanzia e che abbiano valore per i nostri tempi.
- La storia umana intorno alla storia narrata nel libro
- Lo studio, la ricerca, il rispetto dell’opera
- La ricerca di una dimensione di infanzia che travalica il concetto di tempo
Dice in proposito Cristina Petit
Quando abbiamo iniziato a proporre le prime “riscoperte”, l’intento era quello di portare in Italia quei classici mai arrivati prima.
La casa editrice ha iniziato con Beatrix Potter, che è stata un’apripista che non ha bisogno di presentazioni.
Prima è stato il turno di tre favole in formato cartonato: La storia di Miss Moppet, La storia di un coniglio davvero cattivo, Le filastrocche di Appley Dapply.
Poi è stato il turno degli albi illustrati originali, in un formato più grande rispetto a come a suo tempo li volle Beatrix Potter.
La motivazione è da ricercarsi in questioni puramente editoriali: i libri originali erano molto piccoli, per il pubblico contemporaneo non andrebbero bene da un punto di vista commerciale.
C’è stato poi un grosso lavoro di traduzione e di rispetto della purezza originale dell’opera di Beatrix Potter.
Abbiamo prestato particolare attenzione ai dettagli, al contesto di nascita di queste e storie e abbiamo voluto mantenere originali i nomi dei personaggi, senza tradurli.
Se Beatrix Potter non ha bisogno di presentazioni, diverso è il discorso per Sybille Von Olfers.
E qui si affronta il secondo punto che descrive l’operato di Pulce Editore, cioè l’attenzione per la storia umana di chi ha realizzato le bellezze illustrate oggi riproposte.
Avere per le mani albi illustrati vintage come quelli di Sybille Von Olfers ( i già citati bambini radice e bambini neve e i prossimi La piccola storia dei bambini lepre e La piccola storia dei bambini vento) o come il libro natalizio di Clement C. Moore ci porta a volerne sapere di più del contesto di nascita.
Dall’anno di pubblicazione, che immediatamente ci porta a riflettere sul gusto dell’epoca, sull’attenzione alla narrazione rivolta ai bambini, sulla ricezione da parte del pubblico.
E ci porta a domandarci di più sugli autori.
Gli albi illustrati vintage di Pulce hanno un’apparato introduttivo o un’appendice che racconta biografia e contesto di nascita dei singoli libri.
La produzione di Sybille Von Olfers ad esempio è molto limitata, perché è morta giovane e perché nella vita, a differenza di Beatrix Potter che viveva del suo lavoro di illustratrice, Von Olfers è stata una maestra di disegno.
Continua Cristina Petit:
Le opere di Sybille Von Olfers sono state portate in Italia non solo per la loro bellezza o perché l’autrice è da conoscere, ma anche perché nella sua poetica ci sono elementi di grande modernità.
Il lavoro di Pulce Editore si caratterizza sì per il valore di riproposta di albi illustrati vintage che non siano mai comparsi in Italia.
Ma anche per portare all’attenzione del pubblico qualcosa di antico ma che abbia ancora senso e valore per i nostri tempi.
Nell’albo di prossima uscita i bambini lepre, Sybille von olfers affronta il tema della natura come madre salvifica, in grado di prendersi cura dell’uomo (del bambino in particolare) là dove l’adulto fallisce.
La natura, il rapporto dell’uomo con la stessa e la caccia sono tre temi così moderni…se si pensa che la olfers ne ha parlato già nel 1907 è incredibile!
Si possono ravvisare nelle illustrazioni le influenze della coeva Art Nouveau (o Jugendstil nel caso di Sybille Von Olfers).
Esplorare gli albi illustrati vintage vuol dire fare un viaggio che procede di pari passo con la storia dell’arte, del costume e della letteratura per l’infanzia.
Parlare del progetto editoriale legato agli albi illustrati vintage, mi ha permesso di gettare uno sguardo più da vicino alle prossime uscite di Pulce Editore.
Oltre agli altri albi di Sybille Von Olfers, Pulce ripubblicherà i lavori di Wanda Gàg, di Stevenson, di Richardson e di La Fontaine.
Alcuni sono nomi conosciuti ma avremo modo di vederli come mai prima.
Wanda Gàg è autrice del noto Milioni di gatti, considerato anche da Maurice Sendak il primo albo illustrato vero e proprio della tradizione anglosassone.
La storia che circonda l’autrice, come è nelle intenzioni degli editori, meriterebbe un romanzo a sé.
Gàg è bohèmienne di nascita, apparteneva a una famiglia numerosa per la quale divenne riferimento quando rimase orfana di padre appena quindicenne.
Una donna di grande consapevolezza e in grado di autoaffermarsi, al punto da riuscire a far studiare tutti i suoi fratelli lavorando come illustratrice.
Ho domandato a Cristina Petit se, nel recupero di albi illustrati vintage, esistano dei limiti, dettati o imposti dallo sguardo nuovo che il tempo ha necessariamente dato.
Ecco la sua risposta:
ogni libro che proviene dal passato va valutato in base al suo contesto storico: la famiglia di una volta, il modo di vestire, le usanze, servono a dare uno sguardo diverso su un passato che è stato.
assolutamente però abbiamo scelto di escludere quegli albi che hanno dei rimandi al colonialismo e che sono quindi di natura razzista.
Non rispecchiano più il nostro tempo e soprattutto i nostri valori.
La ricerca di questi albi illustrati vintage procede grazie a tantissimo studio della letteratura per l’infanzia.
Uno studio che si svolge soprattutto su testi anglosassoni, perché in questo senso, dal punto di vista storico, l’Italia è più povera.
Studiando quei testi troviamo dei titoli, dai titoli partiamo alla ricerca e dalla ricerca possono scaturire tanti altri ritrovamenti, alcuni anche casuali.
Ci si addentra in un labirinto di public library, file e opere scansionate che spesso ci travolgono con la loro bellezza.
E da Pulce sono rimasti travolti dall’opera che sarà pubblicata con il titolo di Sembra, scritto e illustrato da J.L.Bridgman.
Un albo illustrato dalle immagini raffinate e preziose, rilegato in tessuto e pubblicato nel 1906.
Ogni pagina si compone di un’illustrazione “in chiaro” e di un corrispettivo che ricorda nella sua forma di ombra cinese qualcosa d’altro.
Con gli occhi di oggi ci ritroviamo le suggestioni che hanno fatto maturare libri come Sembra questo sembra quello...pubblicato ben 100 anni dopo!
Come disse Picasso quando entrò nelle grotte di Lascaux “Non abbiamo inventato niente”.
Eguale meraviglia ha colpito gli editori di Pulce davanti ad altre opere, tra le quali A child’s garden of verses di Robert Louis Stevenson, in Italia pubblicato negli anni ’50 e ’70 e che Pulce riproporrà con il titolo di Felice come un re.
Stevenson è riuscito a rendere la dimensione dell’infanzia con una perfezione senza tempo.
E questo è, secondo me, il punto di valore più importante perseguito da Pulce Edizioni .
Il rispetto della dimensione dell’infanzia, quella senza tempo.
Qualcosa che avevo già respirato a pieni polmoni nello splendido Tutti a spasso di Shirley Hughes e che si ritrova in tutti i loro albi illustrati.
Il racconto di Stevenson sarà emblematico perché rappresenta lo sguardo bambino davanti alle dimensioni del quotidiano che noi adulti abbiamo perso.
Il rispetto della dimensione bambina emerge dal catalogo Pulce a partire dalla scelta di testi narrativi che Cristina Petit definisce “Come una volta”.
Quel “Come una volta” lascia intendere l’amore per rima, tiritera, ripetizione, catene in accumulo e tradizione derivata dalla narrazione orale.
Espedienti narrativi che vengono dalla notte dei tempi della narrazione, ma che oggi come allora funzionano esercitando fascino sul lettore bambino.
Chiudo proprio su questo punto, perché la divulgazione della bellezza è una missione ma i piedi vanno tenuti ben piantati sul terreno della dimensione commerciale.
Potrebbe sembrare che un’operazione come quella portata avanti da Pulce, alla ricerca di tesori dimenticati, possa essere di nicchia.
Interessante per gli addetti del mestiere e i collezionisti.
Questi testi che cullano i bambini nella loro musicalità narrativa, ottengono oggi un successo di pubblico bambino inaspettato.