Ogni lavoro ha la sua facciata di rappresentanza e il mondo che si cela dietro di essa, anche lavorare con i libri per bambini.
La grande lotta tra aspettativa e realtà.
Che bello, lavori con i libri, leggerai tutto il giorno!
E’ la frase che tutti noi librai ci sentiamo dire.
Sì, in effetti leggo tanto, per gusto, dovere e lavoro.
Da quando ho iniziato a fare la lettrice editoriale, ho avuto anche modo di leggere tante cose non italiane, ampliando lo sguardo su ciò che arriva da fuori.
Chi invece si trova lavorare con i libri per bambini, si sente spesso dire che lavora con la fantasia e con un sacco di cose folli!
Ovviamente non è così.
Anche se tra i libri che maneggiamo ci sono draghi, dinosauri, maghi e pimpe varie, in termini di organizzazione libraria, stiamo parlando di un settore specifico.
Il settore dei libri per ragazzi è un settore specialistico, e come tale richiede una preparazione altrettanto specialistica.
Fondamentalmente, se ci sono dei draghi, si impara ad addestrarli.
Il settore dei libri per bambini e ragazzi è specifico al pari di quello scientifico, giuridico, botanico
Bisogna avere profondità ed estensione di conoscenza in verticale e in ampiezza.
La differenza sostanziale tra lavorare con i libri per bambini in libreria e lavorare con gli stessi libri per una casa editrice per bambini e ragazzi è proprio l’ampiezza.
Non si conoscono solo i libri che battono la bandiera di una casa editrice, con le sue specificità e i suoi valori, ma si conoscono tutti i libri di tutte le case editrici.
Più o meno.
Ecco 7 cose che mi sono successe da quando ho iniziato a lavorare con i libri per bambini.
1. Ho cambiato prospettiva e punto di vista
A partire proprio dal primo giorno, quando ho iniziato a lavorare in un settore dove non mi sarei mai proposta.
Ho iniziato come si comincia quando si comincia in libreria: spolverando e facendo ordine.
Mentre mettevo a posto i libri ho iniziato a leggerli, capendo subito quali erano le caratteristiche ricorrenti, le analogie, gli aspetti necessari ad ogni categoria dei vari comparti che compongono il settore dei libri per ragazzi.
Il primissimo grande cambio di prospettiva dettato dall’abbattimento di un pregiudizio, è stato proprio il comprendere con i libri per bambini fossero preziosi, qualitativamente curati, specchio dell’identità di chi li ha progettati, realizzati, ideati.
Ho compreso subito quando molti dei migliori libri per bambini non fossero solo per bambini, anzi.
Ecco perché presto la mia missione è diventata quella di estendere la conoscenza per questo settore al di là dei confini del settore stesso.
Con gli albi illustrati, perché sono pinacoteche; con i più bei romanzi, perché hanno speranza, hanno qualità letteraria, spesso da far invidia ad alcuni sedicenti autori per adulti troppo spesso immotivatamente premiati.
Il cambio di prospettiva e di punto di vista, grazie alle narrazioni multiformi, è costante.
2 Si legge tanto
Per forza.
Se con i libri per per adulti è sufficiente essere informati, con i settori specialistici è fondamentale leggere.
Con i libri per ragazzi è obbligatorio.
Perché il fruitore del libro per adulti coincide spesso con l’acquirente (io ho bisogno il libro, io lo sfoglio e cerco di capire cosa mi può tornare utile).
Il fruitore del libro per ragazzi non è l’acquirente: l’acquirente è l’adulto e tra lui e il libro che vuole esiste una gigantesca muraglia di preconcetti, pregiudizi, paure, miscredenze.
Spesso le domande sui libri che ci vengono poste sono così tanto specifiche, vanno così tanto nel dettaglio della trama (“ma il protagonista ha tutti e due i genitori? io ho bisogno che ci sia solo la mamma, e che magari abbia due migliori amici maschi”), che solo averli letti ci salva.
A volte questo non basta e non riusciamo ad abbattere quel muro di pregiudizi.
3. Si impara a leggere le immagini
Una buona parte che compone il lavorare con i libri per bambini consiste nel leggere le immagini.
La descrizione e la narrazione per immagini (sono due cose diverse!)
4. Si vive in una costante dicotomia
Anche noi, come ogni lettore, a forza di leggere, amare e conoscere i libri per bambini e ragazzi sviluppiamo il nostro gusto, con lo scontato esito che sia un gusto a volte un po’ troppo elevato, di settore.
Saper proporre il romanzo o l’albo più sofisticato senza però condannare per forza le espressioni legate alle mode è difficile.
Ma ancora più difficile è avere piena consapevolezza di ciò che un libro può fare.
Vederlo scartato perché l’adulto che abbiamo davanti non ha ancora lo sguardo allenato a comprendere la complessità è una parte dura da accettare.
5. Si creano le connessioni
A lavorare con i libri per bambini ci si rende presto conto che si lavora in una microlibreria: se in una grande libreria trovate le sezioni di narrativa, saggistica, botanica, arte e cucina, sappiate che succede esattamente la medesima suddivisione nella sezione per ragazzi.
I libri per bambini sono creati da adulti che hanno assimilato il sapere, la vita, la conoscenza e la restituiscono (quando sono bravi) con uno sguardo nuovo.
E per questo non è raro intravedere trame di fili che si connettono ad altri libri, altre narrazioni, altre descrizioni.
Personalmente adoro le analogie e gli scaffali che mettono uno accanto all’altro, senza distinzione di sorta, albi illustrati, saggi, cartonati, romanzi per adulti e per ragazzi.
E’ ricchezza.
6. Si conoscono meglio i cataloghi
Il settore dei libri per bambini e ragazzi è ridotto rispetto a quello degli adulti.
Fatta eccezione per alcuni colossi, la maggior parte dei cataloghi editoriali si può esplorare con discreta facilità.
Se volete lavorare con i libri per bambini, l’esplorazione dei cataloghi è fondamentale tanto quanto il lavoro della pulizia degli scaffali in libreria.
Più si conoscono i cataloghi più si coglie, se c’è, l’identità dell’editore, i suoi valori, il suo perché.
E si colgono anche in senso più ampio mode e tendenze.
Ne avevo parlato anche qui.
7. Il problema sono gli adulti
Ok, questo settimo punto è una ripetizione.
Però è per me un’urgenza e lo deve essere per tutti coloro che lavorano con i libri per bambini.
Editori e librai in primis.
Che non vuol dire progettare e proporre libri che siano indulgenti verso i preconcetti, ma armarsi di tanta pazienza.
Fare divulgazione, parlare di libri per ragazzi.
Parlarne tanto, parlarne bene.
Proporli anche lontano dai loro luoghi di destinazione.
Fare in-formazione sul mondo dei libri per ragazzi potrebbe aiutare a mostrare una complessità stilistica e narrativa dove scegliere la via facile è metafora di vita: è facile, ma la vita non è facile.