Io e gli altri

L’io e gli altri: tre albi illustrati

Identità può far rientrare sotto al suo ampio ombrello una moltitudine di temi, esplorazioni e significati.

Tra questi c’è quello dell’esplorazione dell’io e gli altri.

la scoperta, la percezione, la definizione mutevole del sé solo in rapporto a sé stessi.
E poi sé stessi quando si varca il confine dell’io e si inizia a percepire l’altro.

Per poi entrare in relazione.

Prima di una qualsiasi relazione, con noi o con gli altri, con noi e con gli altri, si deve per forza passare da percezione ed esplorazione.

Anche in questo caso esiste una letteratura composta da albi illustrati, graphic novel e narrativa davvero ampie.

Generi letterari diversisissimi tra loro ma che, nelle loro più riuscite espressione narrative, riescono a toccare il tema dell’io e gli altri senza però fregiarsi dell’etichetta del libro a tema.

I libri con i significati meglio riposti, sono quelli che vanno esplorati con senso critico, non con il lumicino che cerca l’etichetta più comoda.

Ecco i tre albi che ho deciso di scegliere nella grande, e spesso ben riuscita, scelta di albi illustrati che possono essere utilizzati ANCHE per indagare l’io e gli altri.

Tre albi illustrati da inserire nel proprio percorso personale, terapeutico, scolastico, narrativo, di scoperta finalizzato a esplorare meglio l’io e gli altri.

Come sarà facile intuire, l’esplorazione di un argomento come quello dell’io e degli altri, se rivolto soprattutto ai bambini, è bene sia accompagnato dalla guida di un adulto.

Il rapporto tra l’io e gli altri è al centro di tantissimi possibili percorsi.

Non soltanto quelli, spesso banalizzati da facili etichette e libri brutti, come succede ai temi della diversità, dell’accoglienza, dell’inclusione e dell’unicità.

L’io e gli altri ci porta a riflettere sulla percezione, sull’equilibrio tra quella che si ha di sé e quella che si pensa di avere in rapporto agli altri.

Tocca argomenti come il conformismo o l’accettazione, due sfumature del medesimo concetto che si applicano a età, momenti e consapevolezze diverse a seconda delle fasi della vita o dei luoghi che attraversiamo.

L’io e gli altri è un argomento ad ampio raggio. così come ad ampio raggio sono i tre albi illustrati proposti.

Che, come la maggior parte degli albi che amo, non sono finalizzati solamente ad un’esplorazione bambina.

Perché di percezione, accettazione, conformismo e relazione bisogna discuterne sempre, durante i corsi di tutta una vita.

Tre albi illustrati sull’io e gli altri

Andiamo quindi a esplorare l’io e gli altri attraverso tre albi illustrati che ci mostrano un uovo, un uomo e un lupo…

E vedremo come in questa esplorazione troveremo anche i semi della filosofia. In fondo lo scopo della filosofia è l’indagine del reale, e noi apparteniamo a questo reale.

albi illustrati io e gli altri

Ergo, Alexis Deacon-Viviane Schwarz, Il Castoro

Ergo, per quanto possa farci pensare al “quindi”, alla congiunzione che conclude, che spiega, è in realtà il nome del pulcino che nasce da un uovo.

No, non è il momento di riflettere se viene prima l’uovo o la gallina, anche se è una possibilità da non lasciare indietro.

Ergo si svegliò e si mise a esplorare il mondo.

L’esplorazione è il primo modo che abbiamo di conoscere il mondo.
Nel momento in cui si attiva la percezione si esplora il primo vero confine: quello del sé corporeo.

La prima cosa che scoprì, furono le sue zampine.

Man mano che Ergo scopre qualcosa di più su di sé, inizia a farsi domande sul suo stare al mondo.
Sul suo mondo, che inizia e finisce con il sé, nell’accezione più naturale dell’egocentrismo.

io sono il mondo e il mondo è in me.

L’esplorazione è finita?
Naturalmente no, perché Ergo non percepisce soltanto, ora vede.
E vede un muro.
Quel muro è una parte del sé o è altro da sé?

Quel muro non si muove e Ergo non comprende, pensa ma non trova una risposta se non

E se fossimo tutti chiusi, ognuno dentro un muro, spaventati dagli altri, senza sapere che in realtà siamo tutti uguali?

Per tutta la durata di questo albo illustrato noi vediamo che in effetti Ergo è sempre costretto in uno spazio, quasi a metafora della chiusura in sé prima di aprirsi al mondo.

Ma non è una metafora: le risposte di Ergo arrivano nel momento in cui la sua sete di conoscenza, la sua curiosità, la frustrazione di non sapere e il desiderio che spinge a cercare la verità dell’altra parte del muro, la muovono ad attraversare quel muro.

Che altro non è se non l’uovo che la contiene.
Ed è così che la vita comincia.
E di certo non terminano qui e domande, la conoscenza di sé, la conoscenza di sé nel mondo e degli altri.

Un albo illustrato Ergo che non offre soltanto un’esplorazione importante legata all’io e gli altri, ma anche sulle prime domande, sulla consapevolezza del sé e anche un’importante serie di ganci con la filosofia.

Lupacchiotto, Gerda Wagener-Jozef Wilkon, Bohem

Qui abbiamo protagonista un lupo.
Anzi, un lupacchiotto.

Il sottotitolo di questo albo è “Storia di un lupo unico nel suo genere” e già comprendiamo come il concetto di io e gli altri qui si declina nelle accezioni di sentirsi diversi, laddove il percorso di percezione di unicità è un processo che attraversa varie fasi.

Lupacchiotto infatti, pur appartenendo a una famiglia di lupi, ha delle caratteristiche che lo rendono diverso dagli altri della sua specie.

Non caccia i conigli, ci gioca.
Gioca con l’acqua e con i pesci, non li cattura.
Mangia acetosella.

E insomma, un lupo così non si è mai visto, lo notano con disappunto la sua famiglia e tutti gli altri animali.

Lupacchiotto non si sente accettato e scappa nel bosco dove lo trova un topo.

“Piango perchè non sono un vero lupo”, disse Lupacchiotto, singhiozzando rumorosamente.
“Cosa significa un vero lupo?” chiede il topo

La domanda del topo apre un mondo perché porta a riflettere su cosa significhi essere autenticamente qualcuno.

Essere veri vuol dire avere tutte le caratteristiche note per appartenere a un gruppo?
E se qualche caratteristica viene meno o non ci appartiene, questo ci rende meno veri?
Oppure il senso è “Non mi sento vero perché non mi sento percepito come giusto, cioè come tutti gli altri?”

Il topo propone a Lupacchiotto la soluzione di mascherarsi, di utilizzare degli orpelli che lo rendano spaventoso, perché nella comune accezione un lupo vero è un lupo che fa paura.

Ora Lupacchiotto sembra temibile, spinoso e mordace.
Ma è davvero lui?
E’ entusiasta, perché saprà che così sarà come tutti gli altri, ma non è un caso che guardandosi in un riflesso “ebbe quasi paura di sé stesso”.

Il fatto è che però gli altri lupi non vedono un lupo temibile, spinoso e mordace, ma vedono Lupacchiotto che si è mascherato. E ridono.

Alla fine, sotto la maschera, c’è Lupacchiotto.
Lupacchiotto capisce che lui è lui, è vero così anche senza le caratteristiche spaventose.
Ogni lupo ha qualcosa che lo contraddistingue rispetto agli altri.
Anche Lupacchiotto.

Io e gli altri, Amanda Cley-Cecilia Ferri, Kite

Qui abbiamo ancora il lupo e il mascheramento.
Ma abbiamo una persona.

Una persona in mezzo ai lupi che per sforzarsi di essere come gli altri si maschera da lupo.
Le illustrazioni ci presentano i lupi tutti neri, ma la persona mascherata ha un abito da lupo bianco.

A dire che anche se vuoi essere come gli altri, non è detto che lo sarai davvero fino in fondo.

Il resto qui va proprio a fondo sul desiderio umano di essere conforme per essere accettati e per sentirsi parte di un tutto.

Il branco accoglie, nasconde, protegge…

L’accettazione degli altri per gli altri però va a scapito dell’accettazione e della conoscenza del sé.

puoi seguire gli altri, anche se significa perdere parti di te.
fino a non riconoscerti più

Quella percezione del sé, anche corporeo, che Ergo ha conosciuto da subito, si stempera qui in Io e gli altri in una bellissima illustrazione che mostra come l’ombra del sé abbia una forma irriconoscibile.

Occorre scegliere.
Togliersi la maschera.
Anche se la scelta comporta stare altrove.
Lasciando quella comfort zone sicura perché conosciuta ma scomoda perché non ci appartiene.

 

Dei tre albi illustrati sull’io e gli altri questo è quello che proporrei in un contesto anche più adulto.
Sicuramente lo porterei agli adolescenti, in quel momento della vita dove conformismo, branco, accettazione, maschera e scelta sono tappe fondamentali e delicate.

Chiudo questo piccolo percorso con una riflessione che lascio aperta.

Gli ultimi due albi, Lupacchiotto e Io e gli altri mostrano non solo la maschera come tentativo di accettazione, ma mi hanno colpito per l’utilizzo metaforico del lupo.

Si potrebbe aprire un grande brainstorming su questo.

A partire da Homo homini lupus per continuare con il lupo di Cappuccetto Rosso che si maschera per ingannare, proseguendo con tutta la simbologia, ambivalente, negativa o riabilitante, che il lupo porta su di sé da secoli.

 

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